Dopo oltre cinque anni di assenza, il ritorno di Etienne Daho si intitola Tirer la nuit sur les étoiles.
Passano gli anni anche per la star del pop francese anni ’80, ma la voce di Etienne Daho resta la stessa, elogiata persino da Lou Reed, e Tirer la nuit sur les étoiles (Barclay) prova che nel panorama contemporaneo c’è ancora posto per la sua musica. Se il precedente Blitz aveva sorpreso con le sue atmosfere di pop psichedelico inedite per Daho, il nuovo disco proietta lo sguardo sull’insieme della sua carriera, operando una sintesi interessante di quanto fatto finora.
Un disco vario
La novità di Blitz in parte proveniva dall’incontro con il trio Unloved, che Daho aveva voluto come apertura per i concerti del tour successivo. Ci sono anche qui, a partire dal duetto con la loro cantante Jade Vincent in I’ve Been Thinking About You, a dire il vero uno dei momenti meno riusciti del disco. Fa meglio in apertura insieme alla sempreverde Vanessa Paradis nella title track accompagnata da un bel video. Gli Unloved firmano anche il primo singolo che ha anticipato il disco, Boyfriend, che funziona più adeguatamente come traccia del LP. E ancora meglio fanno nella lenta Comme Deux Aimants, uno dei vertici di Tirer la nuit sur les étoiles. Poi ci sono le collaborazioni con Jean-Louis Piérot, uno dei nomi sicuri della canzone francese, indimenticabile coautore con Alain Bashung della magistrale La nuit je mens. Su Tirer la nuit sur les étoiles collabora con Daho alla composizione di diverse tracce, fra le quali ai primi ascolti mi pare eccellente Respire. Le Phare, un altro dei momenti migliori, è firmato dall’esordiente Mona Testa, giovane musicista di Losanna della quale non so dirvi altro.
C’è poi il capitolo un po’ revivalistico che guarda all’Etienne Daho dei grandi successi degli esordi (La notte la notte, Pop Satori), e qui si possono citare Virus X e Les Petit Criminels dove danno una mano gli italiani ‘disco’ di Italoconnection.
Etienne Daho – Tirer la nuit sur les étoiles: la classe
A tenere insieme Tirer la nuit sur les étoiles, che raccontato così può parere poco omogeno, ci sono la voce e il gusto interpretativo di Etienne Daho. Ci sono inoltre un suono eccellente ed arrangiamenti raffinati, frutto delle registrazioni fra Saint Malo (luogo amato da Daho, il cui nome ricorre anche nei testi insieme ai molti riferimenti al mare) e Abbey Road. E alla fine l’apparente debolezza dei cambi di atmosfera si trasforma in un trionfo, perché i quasi 45 minuti del disco non annoiano mai, spesso convincono in pieno, e a tratti esaltano.
Be the first to leave a review.