Il percorso già ricco di successi di Fatoumata Diawara approda a London Ko.
Acclamata come una delle voci più interessanti della musica maliana moderna, Fatoumata Diawara approda con London Ko (Wagram Music) dopo una carriera cominciata ufficialmente nel 2011 e che l’ha vista collaborare con Herbie Hancock, Bobby Womack, Paul McCartney, Dee Dee Bridgewater Damon Albarn (e i suoi Africa Express e Gorillaz), nonché suonare a Glastonbury, e in Africa con Amadou e Mariam, Oumou Sangaré e Toumani Diabaté. Una star ormai della musica africana che ha anche una carriera parallela di attrice. Ho avuto la fortuna di assistere a una rappresentazione del Vol du Boli, create da Damon Albarn e Abderrahmane Sissako, per il Théâtre du Châtelet, e posso testimoniare che, dal vivo, la sua voce è ancora più potente e straordinaria che su disco.
Damon Albarn e gli altri collaboratori
London Ko è co-prodotto da Fatoumata Diawara con Damon Albarn (e alcuni altri nomi) che compare come co-autore anche in diversi momenti, scegliendo però un tocco leggero: peraltro la composizione è stata realmente a due, a quanto pare con lei alla chitarra e lui alle tastiere. Fra gli altri collaboratori ci sono il pianista cubano Roberto Fonseca (Blues), il rapper ghanese M.anifest (Mogokan), la cantante nigeriana Yemi Alade (Tolon), la statunitente Angie Stone (Somaw), e in più momenti il Brooklyn Children’s Choir.
Fatoumata Diawara e la musica di London Ko
Nonostante le ovvie, e oggi inevitabili contaminazioni di London Ko, la musica si rifà ampiamente alla tradizione musicale dell’Africa centro-occidentale. Anche le tracce di blues sono chiaramente quelle root non americanizzate, e l’uso della voce rinvia alla tradizione dei griot. La voce di Albarn nella vivace Nsera, posta in apertura, seguita da Somaw, nella quale la voce specchiata di Fatoumata Diawara duetta alla perfezione con il timbro roco di Angie Stone. L’abilità alla chitarra elettrica di Diawara è particolarmente evidente in Yada, con tanto di a solo, ma anche il dialogo fra voce-chitarra di Diawara da una parte e le voci bianche del Brooklyn Youth Chorus dall’altra nella bella Sete è particolarmente riuscito.
Pur non proponendo novità straordinarie rispetto al canone musicale in cui rientra, London Ko non ha nemmeno momenti deboli; le sue quattordici canzoni sono abbastanza varie e ribadiscono Fatoumata Diawara come una delle grandi voci dell’Africa contemporanea.
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