Gnut, Nun Te Ne Fa’ e la sempiterna vitalità sonora di Napoli
Gnut è il nome d’arte di Claudio Domestico, cantautore e musicista napoletano arrivato al quarto album. Se solo leggiamo le sue molteplici collaborazioni, si nota subito che il suo nome dovrebbe essere assai più conosciuto. I più, perlomeno a nord di Napoli, avranno apprezzato la sua presenza nei due volumi della saga di Capitan Capitone di Daniele Sepe. Proprio nel primo di questi, Capitan Capitone e i Fratelli Della Costa, appariva il brano in dialetto L’Ammore O’ Vero, composto a partire da una splendida poesia di Alessio Sollo, L’Orso ‘Nnammurato. Sollo, poeta e cantante/declamatore punk è parte indispensabile, anzi, complice, come dice Gnut, in Nun Te Ne Fa’ (Beating Drum).
Il progetto ha visto i due comporre una grande quantità di materiale, fino a selezionare i dieci brani dell’album in un lungo percorso creativo. Il tutto si è chiuso con la produzione di Piers Faccini, musicista francese che suona anche in tutti i brani e co-firma buona parte delle musiche. Appaiono inoltre il percussionista Simone Prattico, le corde di Michele Signore e la voce di Ilaria Graziano, mentre un breve ma importante cameo lo offre Fausta Vetere (NCCP) alla voce, con una breve Fronna ‘E Limone in coda a Colpa Mia.
L’idioma e le canzoni di Nun Te Ne Fa’
Il disco (esclusi due brani) è dominato dal napoletano, un idioma pregno di calore e umanità. Di queste ultime proprietà, quasi taumaturgiche, sono intrise tutte le canzoni. Sono solo dieci, spalmate in un’emozionante sequenza di appena mezz’ora. La scaletta sfiora generi musicali diversi ma contigui; naturalmente c’è il risuonare della canzone napoletana più classica (Bruni, Murolo, Cigliano), così come le trame blues sdoganate dall’arte di Pino Daniele e mantenute dalla fervente passione di Piers Faccini. Soprattutto c’è, e qui mi ripeto, l’incredibile musicalità della lingua che ci ha consegnato gioielli senza tempo, dal teatro dei De Filippo, al cinema di Totò e Troisi, fino al caleidoscopio musicale in continua evoluzione che va dalla Nuova Compagnia Di Canto Popolare ai Nu Genea, con in mezzo tutto il resto. Che sia questo il disco italiano (e contemporaneamente napoletano) dell’anno?
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