GoGo PenguinBlue Note - 2020

Oltre il jazz rock e le convenzioni con i GoGo Penguin.

Il quinto album in studio per il trio jazz inglese GoGo Penguin conferma un percorso geniale e originale con una crescita esponenziale in un genere di nicchia ma molto attuale. All’interno del lavoro eponimo troviamo infatti un elemento melodico e delicato che si incastra con intensità nel valore tecnico del progetto.

GoGo Penguin
Blue Note – 2020

I tre musicisti rimangono affezionati al minimalismo espressivo, con influenze post rock e cambi fuori tempo tendenti all’elettronica. Nel complesso un insieme di viaggi sperimentali e virtuosi. Non è facile racchiudere in poche parole tutto il mondo dei GoGo Penguin, ma ci soffermiamo sulla loro tematica principale: il jazz rock. Il disco viene prodotto per l’etichetta Blue Note, che nel suo celebre catalogo ospita delle band enormi e di grande spessore. Chris Illingworth, Rob Turner e Nick Blacka, concentrano la loro attenzione sul sound creativo e l’aggiunta di tecnologia digitale, per qualcosa di unico e pazzesco.

Una band tecnicamente perfetta

1_#  è una sorta di intro che apre il disco con il pianoforte che conduce al singolo Atomised. Un centro di gravità stupendo dove la ritmica toglie il respiro, mostrando tutta la tecnica in fase di composizione, per terminare con un contrabasso che apre la mente a pensieri speciali e carichi di emozione. A seguire Signal in the Noise, un vortice temporale che ci culla per tutta la sua durata, sopra una batteria imprevedibile, fuori dagli schemi. Nella parte finale il crescendo si infrange su un’effettistica d’altri tempi, con un groove notevole. Su Open le melodie diventano rilassanti, con un timbro molto più personale e maturo. La danza tribale che si innalza nell’aria conferma tutta la cultura musicale del progetto, che adora mescolare i vari generi nelle diverse forme. Lo stesso tema viene inserito nella successiva F Maj Pixie. Qui però si parte con una struttura quasi neoclassica e un pianoforte virtuoso, che completa il lavoro.

 

Su Kora ci sono i primi esperimenti dal tiro electro fusion; un brano che strizza l’occhio a mostri sacri dell’underground americano, basti pensare ai folli Battles. Senza troppi giri di parole, è uno dei brani migliori a livello di tempistica. Durante lo schema viene simulato uno strumento africano, che divide tutti i vari arpeggi, giocando con un delay prezioso.

Verso un finale eclatante

Totem è una traccia ipnotica, dal gusto antico e vissuto, con un susseguirsi di volumi dissonanti. Si  dondola dolcemente in un luogo dolce e surreale. Nel complesso una buona take originale. Nella delicata Embers la dolcezza infinita di Chris al pianoforte è una carezza sensibile su un viso in lacrime, una bellezza di valore unico. Verso la conclusione troviamo To The Nth altro brano molto tecnico, dal tempo matematico e delirante, in perfetto timbro bop. Uno stile di vita musicale per i ragazzi di Manchester. Infine Don’t Go che si lascia andare, con le sue cadenze lente e rilassanti, per una chiusura davvero degna. Un album incredibile, preciso e con uno studio importante alla base; per il trio una conferma definitiva con una perla assoluta e orecchiabile da ascoltare all’infinito.

GoGo Penguin – GoGo Penguin
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Musicista abruzzese da diversi anni, e bassista sperimentale, appassionato di musica, cinema e tutto quello che è arte. Scrive per Interstella Magazine e Impatto Sonoro.

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