Eminem chiude l’anno con la Side B di Music To Be Murdered By.
Vanno di moda le Side B, che non sono più (ovviamente) le raccolte del retro dei singoli per i completisti, ma dischi di accompagnamento all’uscita principale. Eminem aveva pubblicato Music To Be Murdered By nella prima parte dell’anno e, in chiusura, aggiunge un secondo volume di sedici tracce, skits inclusi.
L’inizio sembra proprio una Side B, brani scartati da Eminem nell’uscita principale e qui riproposti. Probabilmente non è vero, però sia la collaborazione con Skylar Grey su Black Magic, sia Alfred’s Theme sia la minimalista Tone Deaf non dicono molto al di là delle consuete capacità tecniche di Eminem. Bisogna attendere Book of Rhymes con un featuring di DJ Premier perché il disco prenda quota: potrebbe essere il momento migliore della raccolta, e uno dei migliori dell’Eminem di questi ultimi anni, con cambi di ritmo e atmosfera, e la tensione che monta rima dopo rima.
Fra vecchio e nuovo
Da qui in poi Music To Be Murdered By – Side B se la cava piuttosto bene. Gnat, con i riferimenti al virus (paragonato a se stesso), She Loves Me e Discombobulated, entrambe con Dr. Dre, dove la “vecchia coppia” riesce a infilare un bel paio di melodie catchy, l’eccellente Zeus con White Gold. La produzione è affidata a molti nomi consueti per Eminem: Blacknailz, IllaDaProducer, T-Minus fra gli altri. Al di là dei riferimenti ai suoni tipici che hanno fatto la storia di Eminem, incluso qualche refrain troppo zuccherino, c’è una buona iniezione di produzioni più vicine al gusto contemporaneo, diciamo quasi trap, con risultati spesso molto buoni, come per le già citate Gnat, dove la chiusura con i fiati e le accelerazioni del flow danno una svolta inattesa, e Zeus.
Sotto il profilo dei testi invece niente di troppo nuovo: Em se la prende con i media, con qualche conoscenza femminile, con qualche collega, mentre riafferma il suo stato di rap god, e non manca di far riferimento al black lives matter. Però nei momenti migliori di questa Side B, Eminem resta ancora a livelli altissimi quanto a giochi di parole, costruzione delle rime, e flow. Per quanti amano il rap old school questo è un aspetto tutto tranne che secondario, per cui ogni uscita del rapper di Detroit ha il suo perché, forse non sbalordisce più come un tempo, ma contiene sempre qualche perla.
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