Gomma - Zombie Cowboys

I Gomma e Zombie Cowboys: il terzo album di una nervosa maturità

I Gomma nascono nel 2016 in provincia di Caserta, e crescono disco dopo disco nella scuderia della V4V Records, un’etichetta che si definisce orgogliosamente “indie-perdente”. Zombie Cowboys è il loro terzo disco, e come tutti i terzi dischi che si rispettino è quello “della maturità”. I pezzi ora sono davvero a fuoco, convincenti e avvincenti, con suoni affascinanti e potenti e parole davvero affilate e incisive. Mi sono innamorato di loro dal 2017 con la canzone Elefanti (“Facciamo come gli elefanti che si nascondono quando sono felici””). Mi aveva colpito fin da allora il loro disinteresse per il look, le pose e il marketing; quello che conta è comunicare, lanciare immagini musicali e parole evocative, chi se ne frega del resto.
Zombie Cowboys è stato registrato nei mesi della pandemia, e contiene un’urgenza comunicativa più intensa ed efficace che mai, sia nei suoni della band sia nella voce di Ilaria. Vengono subito in mente gli anni ’90 di Sonic Youth, Mogwai, Teatro degli Orrori, Santo Niente, Sick Tamburo, Dischi del Mulo, ma questo disco è dei Gomma e basta, ormai hanno una personalità molto ben marcata e definita.

Gomma – Zombie Cowboys canzone per canzone

Il disco si apre con due bombe furiose:
Santa Pace è tutt’altro che pacificante, cantata con scazzo e fastidio su un riff che potrebbe essere dei Sonic Youth come dei 13th Floor Elevators. “Non ho le forze, non ho il coraggio per venirti a prendere”, “Non ascolti le domande e neanche le risposte”. È molto lontano il giorno in cui i Gomma faranno pace con questo mondo.
Guancia a guancia: nervosissima corsa alla Teatro degli Orrori. “Ci salutiamo come pugili che a farsi male ridono” e “Ci daranno altri pugni, altri ganci nella bocca, se andrà tutto bene”: i testi e la voce di Ilaria sono schiaffi alla nostra inerzia quotidiana.
La terza traccia, Louis Armstrong, è uno zoppicante, dissonante blues post-punk di cui furono maestri i Come di Thalia Zedek: “Ho il collo rotto, ma che ho fatto, me ne andrò pensando ad altro cantando What a wonderful world”.
Dopo l’intermezzo un po’ nonsense di fisarmonica di Ottaviano (che spezza la tensione dei primi tre pezzi) arriva Mamma Roma, una tipica cavalcata “alla Gomma” con un testo che non riesco a non sentire pasoliniano (“una volta qui era tutta campagna”).
Gigante di ferro ricorda ancora una volta i Come. I Gomma scavano “una fossa che non è abbastanza profonda per le sepolture da dimenticare”.
L’apocalittica 7, con inizio alla Mogwai, diventa più leggera e elegiaca dalla metà, anche se “non c’è un uomo senza sassi e polvere in tasca”.

Sentenze (vedi video minimal ma molto bello) è il pezzo più pop e melodico, se possiamo azzardare, del disco. Una ballata dolcissima e amarissima che commuove, quando parla dei vecchi che “non cercano il sole, cercano il mare”, ora che “il viaggio è finito e conta solo il finale”. Struggente.
A seguire Iena, due minuti scarsi di assalto punk perché “non so come scappare dalle risate di questa iena” (la società attuale?), che “fuori è una bella donna e dentro una bestia”.
Venezia ha un andazzo spectoriano alla Just Like Honey dei Jesus and Mary Chain, ed è una romantica, per quanto distorta, canzone di amore perduto, ora che “non abbiamo più nessun regalo da farci”, e “Venezia è sommersa”.
Mastroianni è una frenetica invettiva alla Teatro degli Orrori, “Marcello tu ti compiangi troppo”.
Sceriffo esprime musicalmente la preoccupante desolazione delle nostre città e delle nostre vite durante il lockdown (e anche dopo?), “tutti sanno che lo sceriffo impazzirà, senza stranieri appesi al collo, con una pistola carica puntata al vuoto”.

Non vedo l’ora di vederli dal vivo, appena tutta quest’ansia pandemica passerà.
Uno dei miei dischi preferiti del 2022, sin d’ora.

Gomma - Zombie Cowboys
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Ha iniziato ad ascoltare musica nel 1977 coi 45 giri di Clash e Sex Pistols. Primo concerto: Ramones, 1980. Nel 1983 inizia a fare musica e da allora ha suonato tutto lo scibile 'alternativo': anarcopunk, rock'n'roll, emo-pop, rock psichedelico. Ogni tanto pubblica album da solista one man band. Non si ritiene un critico musicale ma ha ascoltato e suonato talmente tanta musica che pensa di poter dire la sua, su Tomtomrock e su https://zaio.blogspot.com/.

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