Con Silver Sash ritornano i Wovenhand del temibile David Eugene Edwards
Era dal 2017 che non sentivamo la voce di David Eugene Edwards. E ora rieccolo fra noi, sulfureo come sempre, con Silver Sash, decimo album a nome Wowenhand (Glitterhouse Records). Le note di accompagnamento al lavoro dicono che Edwards e il suo principale collaboratore, Chuck French (degli aggressivi ed emo-core Planes Mistaken For Stars) hanno elaborato i nove brani con un lavoro di taglia e cuci di frammenti sonori di varia provenienza su cui sono stati integrati i testi. A quanto pare i due hanno registrato restando soli nelle rispettive abitazioni, che peraltro si trovano a tre isolati di distanza a Denver, Colorado. Precauzioni dettate dalla paura del contagio? In realtà pare che i due abbiano iniziato a lavorare così già nel 2018. Questo giusto per dare un’idea del personaggio Edwards…
Suoni e atmosfere di Wovenhand – Silver Sash
Silver Sash non apporta grosse novità al suono e alla visione del mondo Wovenhand: canzoni espressivamente “tutto fuori” nelle loro atmosfere sinistre e temibili, nelle loro parole permeate di sensi di colpa, nel loro effetto d’insieme descrivibile come folk-rock (turbo) gotico. In questa nuova uscita qualche parziale novità è data dalla chitarra elettrica di French che avanza a sciabolate (Acacia, The Lash) e dall’uso impressionistico (cupamente impressionistico, s’intende) dell’elettronica.
L’apocalisse perenne di David Eugene Edwards
Al solito, non vale la pena cercare nei Wovenhand melodie vere e proprie, fatta parziale eccezione per 8 of 9 (con tocchi folk alla 16 Horsepower, il gruppo precedente di Edwards) e per la dinamica Dead Dead Beat, scelta anche come singolo (ma con quel titolo non andrà molto lontano…). Conta l’effetto d’insieme, la disponibilità ada parte dell’ascoltatore a farsi trasportare in questo vortice apocalittico con il maligno che alligna ovunque. E non c’entra la pandemia. David Eugene Edwards è stato sempre così. Silver Sash dura solo 36 minuti e alla fine lascia comunque spossati. Spossati ed entusiasti oppure spossati e nevrastenici. Un rischio che vale la pena correre soprattutto da parte di chi ancora non conosce il mondo sinistro di David Eugene Edwards.
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