Jump For Joy: un concept album per Hiss Golden Messenger/M.C. Taylor
Mi costituisco subito, ammettendo subito di avere una scarsissima conoscenza dei/degli Hiss Golden Messenger, ma apprendo dalla rete che il ‘’gruppo’’, dopo l’abbandono di Scott Hirsch, appare ormai del tutto una creatura privata del cantautore del North Carolina M.C. Taylor. Della prima configurazione della band, invece, abbiamo parlato qui a tomtomrock in occasione dell’uscita di Lateness Of Dancers (2014).
Sgominata la mia ignoranza, provo dunque a scrivere di questo recentissimo Jump For Joy (Merge Records). Si tratta del quindicesimo disco, in altrettanti anni di carriera, e sembra strutturato come un concept album. Taylor ha infatti ideato un alter ego, Michael Crow, concentrando l’ispirazione su di esso, in un progetto d’impronta autobiografica. A parte questa soluzione, un po’ trita e non priva di rischi, Taylor ha realizzato quello che sembra un omaggio alle sue passioni musicali, senza risparmio di energie. Nel caleidoscopio sonoro di un disco piacevolmente vario, ma non entusiasmante, si trovano infatti chiari riferimenti alla musica americana degli ultimi quarant’anni (e anche prima).
Nonostante il titolo in Jump For Joy non si salta troppo dalla gioia
All’inizio, con 20 Years And A Nickel, la risonanza con il repertorio dei Little Feat è più che evidente, e ritorna ancora in altri episodi della scaletta. Il brano che titola il disco, invece, sembra prendere come esempio la cifra stilistica dell’ultimo Dylan, sia come ambiente sonoro, che come stile vocale. L’ascolto va avanti così, con alcune emergenze più originali e pregevoli. Insomma non molto per ‘’saltare dalla gioia’’, ma abbastanza per divertirsi con brani ben costruiti, un po’ nostalgici nei suoni e nelle atmosfere. Per non scontentare troppo i fan di Taylor, aggiungo che, probabilmente, in una discografia così ampia, la musica di Hiss Golden Messenger assomiglierà ormai più a se stessa che alle presunte influenze di cui ho scritto. A volte, si sa, anche con gli ingredienti buoni, la torta si sgonfia…
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Fausto Meirana
Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.
