Royal Blood – Back to the Water Below

Mike Kerr e Ben Thatcher, meglio noti come Royal Blood, scrivono, producono e interpretano Back to the Water Below.

Back to the Water Below è il quarto album in studio del duo Mike Kerr e Ben Thatcher, aka Royal Blood, ed è anche andato rapidamente al numero uno in patria, cioè in Inghilterra. Segno che commercialmente i Royal Blood sono ormai un valore sicuro e non hanno bisogno di troppi cambiamenti o aggiunte. Evidentemente il rock ha ancora più di una nicchia di pubblico che lo apprezza così, semplice, senza troppi fronzoli, senza troppe novità. Tale è la sicurezza che Thatcher  e Kerr producono in proprio e suonano tutto da soli con giusto due guest musicians, Tom Hobden e Ian Burdge per gli archi sulle tracce finali, There Goes My Cool e Waves.

Basso vs chitarra

Trentuno minuti, dieci canzoni prevalentemente eseguite, come da loro tradizione, da batteria e basso tuttofare, lo strumento privilegiato di Kerr, il quale ogni tanto mette mano anche a synth e chitarre. Ormai di formule a due, partendo con i White Stripes, ne abbiamo avute tante, ma trovo ci sia una differenza fra il binomio batteria/chitarra e batteria/basso, con una maggiore musicalità del primo, visto che la chitarra ha una forza melodica superiore.

Cosa propone Back to the Water Below

Ma ai Royal Blood questo non interessa, e in Back to the Water Below continuano a proporre la formula di rock abbastanza hard, con aperture pop, che li ha grossomodo caratterizzati finora. Rispetto al precedente Typhoons va detto che qui c’è maggiore varietà. L’attacco con Mountains at Midnight è energico e suona un po’ come una versione strumentalmente semplificata dei Queens of the Stone Age, al pari della successiva Shiner in the Dark. Con Pull Me Through arriva la prima svolta verso la ballata, con apertura di chitarra acustica; anche The Firing Line ha qualcosa dei Kasabian più melodici. È un’alternanza che si propone per tutto il disco, che evidentemente vuole evitare l’eccessiva compattezza del precedente e che in questo riesce, perché Back to the Water Below suona più vario. I Royal Blood non guardano più soltanto al rock USA ma si volgono anche al brit-rock (There Goes My Cool!), il che è una buona cosa.

La maggiore varietà non è purtroppo accompagnata da nessuna canzone veramente memorabile, al più carina. Ed è il primo problema. Il secondo consiste nel fatto che le soluzioni strumentali sono limitate e lo è pure la voce di Kerr, qui come in passato, ovviamente. Sono per i  Royal Blood dei limiti strumentali, però in Back to the Water Below fanno quanto è in loro per cambiare in meglio, e questo è senz’altro apprezzabile.

Royal Blood – Back to the Water Below
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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