gibbone

Il Gibbone degli I Hate My Village è selvatico e sapiente.

Gli I Hate My Village nascono dalla collaborazione fra l’instancabile Adriano Viterbini (chitarrista dei Bud Spencer Blues Explosion) e Fabio Rondanini (batterista di Calibro 35 e Afterhours), ai quali si sono aggiunti Marco Fasolo (Jennifer Gentle e il progetto Universal Daughters) e Alberto Ferrari dei Verdena.

I Hate My Village - Gibbone
La Tempesta Dischi – 2021

Nell’album omonimo del 2019 hanno  espresso il loro amore per le poliritmie afrobeat ed il rock dei tuareg, che tanta energia e freschezza hanno portato nel panorama musicale contemporaneo, rivisti attraverso il connubio con sonorità elettroniche molto ruvide ed altrettanto primitive. Un procedimento che è a suo modo figlio delle contaminazioni e degli esperimenti proposti quarant’anni fa da Brian Eno e David Byrne. In questo EP di quattro pezzi, nel quale manca la voce di Ferrari (ma presente nell’imminente tour), riprendono il filo del discorso, ampliandolo ulteriormente, smarcandosi in parte dalla matrice africana, che è comunque sempre presente nel loro sound, ma senza tradirne la visceralità.

Nascita e crescita del Gibbone

I pezzi di Gibbone nascono da lunghe session immortalate in presa diretta su un registratore analogico a quattro piste, con un successivo intervento di editing ridotto al minimo per non alterare la grezza immediatezza lo-fi della musica. Sono quattro istantanee che documentano una creatività spontanea e rovente, dagli esiti a tratti spiazzanti, grazie proprio al contesto libero ed informale.

Si parte con Yellowblack, che ti sbatte in faccia un violento loop di sequencer, sul quale si innesta un serrato e torrido groove afro-funk, trascinante e perfetto per il clima bollente di questi giorni. La titletrack sorprende già per la durata (11 minuti), laddove i brani del primo album erano tutti piuttosto brevi. Un balbettio elettronico che sembra preso da un vecchio videogioco introduce uno struggente blues del deserto; dopo circa 3 minuti e mezzo il brano viene avvolto da strati sempre più densi di suoni ambient che lo fanno librare verso una dimensione eterea e psichedelica, mentre il ritmo ed il riff ipnotico del basso diventano echi lontani, fino a perdersi in riverberi dub e spegnersi definitivamente. Sicuramente è il momento più interessante del lavoro.

Ami è un tema che rimanda ancora ai tuareg, ma che si snoda su un ritmo secco, spezzato, arzigogolato ed imprevedibile, che sembra continuamente incespicare per poi riprendersi. Infine con Hard Disk Surprize il clima caldo e sensuale del deserto diventa solo un ricordo, siamo nel noise e nella cacofonia, frequenze disturbanti, ritmi industrial ed esalazioni tossiche che rimandano più ad un’inquietante scenario distopico.

Presente e futuro degli I Hate My Village

Chi cerca sonorità patinate e rassicuranti è avvisato di tenersi alla larga da questo selvatico Gibbone, la cui musica riesce però, nella sua rozza spontaneità, a cogliere anche un elemento di ritualità e sacralità. Quello di sorprendere è uno degli obiettivi degli I Hate My Village, che si dichiarano voraci ascoltatori dei più diversi generi musicali, e quindi aperti ad ulteriori contaminazioni, e che sostengono di voler addirittura scuotere il pubblico che andrà ai loro concerti, anche a costo di tradirne le aspettative. Chi può verifichi di persona, agli altri non resta che attendere ulteriori sviluppi discografici di sicuro interesse.

I Hate My Village – Gibbone
7,2 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

print

Nasce a Savona nel 1966 e per il momento ancora vive. Ascolta musica voracemente e ne scrive a tempo perso. Ad una certa età pensa di sentirsi troppo vecchio per continuare a comprare dischi, ma rinsavisce in fretta e torna sulla retta via. Lavora come infermiere in terapia intensiva e durante la pandemia la musica lo aiuta a pensare a qualcosa che non sia il Covid-19.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.