Recensione: Sturgill Simpson – The Ballad Of Dood And Juanita

Continua l’omaggio di Sturgill Simpson alla musica tradizionale americana.

Dopo pochi mesi dai due volumi di Cuttin’ Grass, omaggio alla musica delle suo stato di origine, usciti  fra fine 2020 e inizio 2021, Sturgill Simpson sembra sempre di più scavare nelle sue radici, regalandoci questa  nuova uscita, The Ballad Of Dood And Juanita, che in 30 minuti di musica racchiude tutta una epopea davvero old school.

The Ballad Of Dood And Juanita
High Top Mountain Records – 2021

Sturgill non ama la definizione di concept album e anche  io son sincera faccio sempre fatica  a capirne l’utilità. È più semplicemente una storia di cui ogni traccia è un capitolo e dove alla fine dell’ascolto si ha qualcosa di più che la somma di  quelle 10 singole canzoni.

The Ballad Of Dood And Juanita

Se è vero che Sturgill ha iniziato a scrivere una domenica e alla fine della settimana il disco era già stato inciso allo stesso Cowboy’s Arm hotel and recordings Spa che aveva ospitato le sessions di Cuttin’ Grass vol. 2 (e con la medesima string band  top di gamma che lo accompagna anche qui), allora è proprio vero che questa storia era già da tempo nella sua testa e non aspettava altro che  il trovatore hillbilly  ce la cantasse. Pare che Sturgill abbia pensato al disco in macchina di ritorno dall’Oklahoma dove si trova sul set per una parte nel film di Scorsese (The Killers Of The Flower Moon in uscita per Apple, con la coppia Di Caprio – De Niro sarà il primo western del regista ed avrà la  colonna sonora di Robbie Robertson).

Pare, ancora, che ascoltando a nastro un pezzo di Willie Nelson e forse influenzato dal film ma anche come in passato dai racconti dei nonni dallo stesso nome, abbia iniziato a pensare alla storia di Dood e Juanita, una storia di redenzione e vendetta, di amore e di dolore, in tutte le note del country tradizionale, del bluegrass, della mountain music dal gospel all’ “a capella”.

Sturgill Simpson – The Ballad Of Dood And Juanita: storie di frontiera

Siamo ovviamente nella regione degli Appalachi nel bluegrass State e di questa terra ci sono tutte le corde:  il banjo e il violino sopra tutto (Go In Peace o Shamrock), le ballate con la voce nasale che ricorda sempre di più quella del conterraneo (e sottovalutato) Dwight Yoakam (One in the Saddle, One on the Ground) e alla fine l’assolo della Trigger di Willie Nelson che fa di Juanita quasi un corrido,  sorprendendoci  così come questa donna dal nome da señorita sorprese Dood con i suoi lunghi capelli neri a incorniciare due occhi blu come il cielo del Kentucky. Montate quindi sul fido Shamrock, fate un fischio al vecchio segugio Sam, caricate la carabina e  lasciatevi trasportare dalla musica per vedere come va a finire questa storia di frontiera.

Sturgill Simpson – The Ballad Of Dood And Juanita
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Fieramente classe '68, nata a Firenze lo stesso giorno di Syd Barrett, Celentano e Paolo Conte, non ne eredito le doti musicali. Cerco di colmare il gap ascoltando musica secondo l'istinto e l'estro del momento. Gruppi del cuore: Clash e Cash.

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