Indaco - Due Mondi

I napoletani Indaco pubblicano Due Mondi.

L’Indaco, il colore compreso tra blu e violetto, è un azzurro intenso, ed è il colore che unisce il cielo e il mare, elementi ben presenti in questo Due Mondi (AlfaMusic), nuovo lavoro della band partenopea, che ancora una volta si prefigge di far dialogare suoni di diverse provenienze e culture, unendo strumenti tradizionali a quelli contemporanei.

Strumenti fra tradizione e rock

È quando succede nella traccia di apertura, Kalí, dove strumenti mediterranei, classici e rock (dal bouzouki all’arpa, dalla fisarmonica al sax, dalle chitarre acustiche a basso e batteria) si uniscono alla voce splendida di Valeria Villeggia, in un insieme di suoni e colori avvincente. Come nella bellissima Oikos, che tra percussioni e bouzouki ci porta in un luogo indefinito tra mediterraneo e oriente. In Cielo di burro è invece il suono tradizionale della mandola a unirsi a strumenti più moderni, per accompagnare la voce delicata della Villeggia, qui in italiano. Sorprende la capacità di questi musicisti nel far dialogare strumenti così apparentemente distanti, come il duduk di Renato Vecchio, con il suo suono misterioso, con la chitarra in Earth, brano strumentale che introduce alla title track Due mondi, dove, con l’ingresso della voce della Vallegra, ritornano i suoni mediterranei.

Gli ospiti degli Indaco in Due Mondi

Il lato più prettamente partenopeo emerge nei brani che vedono la presenza di ospiti importanti al canto. In Sente e tace torna la voce calda e intensa di Enzo Gragnaniello (già ospite in precedenti lavori della band), per un brano che sa di tradizione napoletana e ballate popolari. Una canzone che colpisce per bellezza e profondità, cosi come M’ha criete Dije, scritta e cantata da Graziano Galatone, con la voce della Vallegra al controcanto. Altrettanto sorprendente è Riturnari a jucari, dove il dialetto siciliano di Maurizio Catania si sposa ai suoni creati da mandola, arpa, chitarre, basso e batteria.   Incroci di strumenti, culture e lingue diverse, come in Quanno è sera, con la mandola e le percussioni, e l’ultima strofa in ucraino.

Chiude il disco Ombra e luce, ennesima affascinante commistione tra suoni di percussioni, arpa, chitarra e basso, con la voce di Valeria Vallegro che si fa strumento. Quello proposto dagli Indaco è un viaggio ammaliante tra suoni, lingue e culture che non può che lasciarci sorpresi e affascinati, con la voglia di volgere lo sguardo verso quel Mediterraneo, culla della nostra civiltà.

Indaco - Due Mondi
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Musicalmente onnivoro, tendo a non rinchiudere i miei ascolti in generi musicali definiti. Collaboro con radio locali e testate on line. Faccio parte della giuria di alcuni premi nazionali (Premio Tenco, Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale).

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