Gli Irreversible Entanglements irrompono sulla scena jazz con Who Sent You?
Dopo un sorprendente debutto nel 2017, il collettivo degli Irreversible Entanglements guidato da Camae Ayewa torna con un album, preceduto da un brano di 24 minuti, Homeless Global, rilasciato solo in digitale a metà dicembre scorso e non presente in Who Sent You?.
I componenti del quintetto vengono da Philadelphia, New York, Washington D.C., ed incidono per la International Anthem, l’etichetta di Chicago che sta in parte rivoluzionando la scena del jazz contemporaneo. Sono in cinque: oltre a Camae Ayewa che si occupa dei testi e della recitazione in forma di speaking poetry, ci sono Keir Neuringer sax e percussioni, Aquiles Navarro tromba e percussioni, Luke Stewart contrabbasso e percussioni, Tcheser Holmes batteria e congas.
Irreversible Entanglements – Who Sent You?: inevitabili confronti e originalità
Si descrivono come un collettivo free e i loro testi (e la loro musica) sono fortemente caratterizzate da istanze di impegno civile. In The Code Noir / Amina si domandano: At what point do we stand up? At what point do we give a shit? Pur essendo un quintetto, così come accadeva in passato ad alcune formazioni guidate da Charlie Mingus, l’impatto sonoro è poderoso e imponente, anche se non mancano momenti più riflessivi e malinconici, come all’interno dei quindici minuti del brano che da titolo all’album. Inevitabile il confronto con la scena chicagoana degli anni ‘70, ma ripensando agli Art Ensemble manca la beffarda ironia di Lester Bowie e soci, a fronte però di una consapevolezza culturale sicuramente all’altezza.
No Más
Il capolavoro del disco è No Más, in cui la tromba di Navarro e il sax di Neuringer si rincorrono mentre Ayewa recita infinite possibilities coming back around to love ourselves fully.
Il brano ha ispirato un video, girato dal regista Imani Nikyah Dennison a Johannesburg, che esplora un tema doloroso come quello della migrazione, rivista attraverso un gruppo di africani che fuggono dal pianeta terra, sulla via della liberazione.
Dal vivo gli Irreversible Entanglements devono essere davvero impressionanti, ma dovendo aspettare tempi migliori, bisogna accontentarsi del disco, da dove comunque la loro energia arriva eccome: dritta allo stomaco e anche alla testa.
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