Downhill From Everywhere: come non voler bene a Jackson Browne?

Jackson Browne - Downhill From Everywhere
Inside Recordings – 2021

La carriera di Jackson Browne si avvia verso il cinquantennale, dato che il disco d’esordio è del 1972, ma se si considera il Browne autore occorrerebbe arretrare questa data almeno al 1967, quando tre sue canzoni apparvero su Chelsea Girls di Nico. Le highlights di questi  cinque lunghi decenni, è vero, sono perlopiù concentrate nel primo di questi, tant’è che il disco del 1980, Hold Out, mostra già qualche cedimento. In realtà, riascoltando la discografia per questa recensione se ne rivalutano  molti aspetti, tranne alcune copertine (Hold Out, Lawyers In Love) e qualche brano veramente debole.

La carriera di Jackson Browne negli anni ’90…

Il relegamento di Browne ai margini è durato parecchio, e solo a metà degli anni ‘90 il cantautore californiano è riemerso (come la copertina e il titolo di I’m Alive testimoniano bene) con due belle uscite, quella già citata (1993) e Looking East (1996). A questa rinascita seguirà comunque una nuova stasi , interrotta da alcuni live non esaltanti ma utili: due acustici, in solitaria e uno con il  fidato David Lindley e il percussionista spagnolo Tino Di Geraldo. Quest’ultimo, dal titolo Love Is Strange: En Vivo Con Tino, è il migliore del terzetto.

 

… e nel nuovo secolo fino a Downhill From Everywhere

Al cambiare del secolo c’è stata una seconda, decisa ripartenza, grazie anche all’avvento di una nuova e solida band, complice nella riuscita di dischi e concerti. Dei tre dischi che precedono Downhill From Everywhere il migliore è Time The Conqueror (2008) una perla nascosta, con una copertina ‘in incognito’; un omaggio, forse, a quelle di Warren Zevon. Il nuovo disco, lanciato in modo potente dai social, è molto convincente, con un suono solo un po’ ruffiano nel riproporre le sonorità degli anni d’oro, con la slide e le altre chitarre di Greg Leisz a rimpiazzare Lindley. Non manca l’impegno dei testi, che spaziano lungo i temi più caldi del momento e di sempre: ecologia, immigrazione e diritti negati. Sul versante leggero della scaletta ci sono Song For Barcelona, omaggio alla città dove Browne torna sempre volentieri (e che gli ha “restituito il fuoco”) e The Dreamer, dove invece il ritorno è alla ballata ‘’di confine’’ dal sapore messicano. C’è poco da aggiungere, se non un sincero  “Bentornato, Jackson!”.

Jackson Browne - Downhill From Everywhere
7,2 Voto Redattore
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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