Joan As Police Woman - Damned Devotion | recensionePIAS - 2018

Joan As Police Woman ritorna (quasi) alle origini.

Joan As Police Woman - Damned Devotion | recensione
PIAS – 2018

Da che Joan As Police Woman esiste, Joan Wasser ha sempre avuto quell’occhio di riguardo verso la sperimentazione musicale. Nei primi dischi, ancora i più belli (in particolare l’esordio Real Life), questo bisogno veniva sfogato tramite pezzi lunghi e minimali trascinati esclusivamente dalla sua voce e un filo sottile di musica.

Andando avanti ha esplorato generi e influenze, passando per il soul e il gospel (The Classic) e finendo sull’elettronica un paio d’anni fa, durante la collaborazione con Benjamin Lazar Davis. Il risultato fu un disco, Let Me Be You, poco interessante in cui la sensibilità della cantante era quasi irriconoscibile. Per fortuna, nostra e sua, Damned Devotion segna un ritorno in grande stile al sound originale, aggiungendo quella punta in più di R&B che fa ballare tutti.

Damned Devotion è il disco che riporta Joan Wasser a casa

In questo quinto album si sente una cantante cresciuta, da anni sempre in movimento, che ha provato a evolvere cercando nuove ispirazioni. Come un ritorno a casa dopo un lungo viaggio, le solite cose sono sempre le solite cose, ma filtrate attraverso nuove lezioni e nuove scoperte. L’importante, almeno per chi scrive, è che Joan As Police Woman ci sia ancora, sempre in bilico tra la notorietà e un sistema che la lascia fare quello che vuole.

Joan As Police Woman - Damned Devotion
7,5 Voto Redattore
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Appassionato di musica, cinema e fotografia, ha costretto suo padre ad anni di Springsteenianismo acuto. Ora, quasi trentenne, pare essere guarito e ascolta il punk che avrebbe dovuto ascoltare a sedici anni.

Di Mattia Meirana

Appassionato di musica, cinema e fotografia, ha costretto suo padre ad anni di Springsteenianismo acuto. Ora, quasi trentenne, pare essere guarito e ascolta il punk che avrebbe dovuto ascoltare a sedici anni.

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