John Greaves - Annie Barbazza

Dark Companion: se non ci fosse, dovrebbero inventarla. 

Gli appassionati di grande musica non conformista devono ringraziare un creativo militante qual è Max Marchini. La sua etichetta discografica Dark Companion, seguace a suo modo del motto, “less is more”, di Ludwig Mies van der Rohe, uno dei padri del razionalismo in architettura, quindi spartana ed elegante nei contenuti e nella grafica, da diversi anni garantisce voce e spazio ad artisti di valore altrimenti non abbastanza considerati. Qualche nome: Lino Capra Vaccina, il compianto Keith Tippett, Markus Stockhausen. 

Pregevoli i dischi tratti dalle registrazioni dal vivo. Cinque anni fa Dark Companion si segnalò per un inedito e formidabile quartetto, Keith Tippett e Julie Tippetts, Paolo Tofani, Lino Capra Vaccina, catturato dal vivo a Piacenza nel 2016 per un disco d’improvvisazioni, A Mid Autumn Night’s Dream, tra i più belli e pregevoli degli ultimi anni. Si è ripetuta con Earthly Powers, documento sonoro dei concerti italiani di alcuni mesi fa del duo, attivo già da tempo, formato dal settantaquattrenne John Greaves, cantante e polistrumentista gallese da mezzo secolo navigante di lungo corso per i mari del rock progressivo e sperimentale, e dalla trentenne Annie (Anna) Barbazza, milanese cresciuta a Piacenza il cui talento vocale fu scoperto dal grande Greg Lake (1946-2016, per me la più bella voce del pop e del rock britannic insieme a quella di Richard Sinclair).

Un talento speciale

L’indimenticato bassista e cantante dei primi King Crimson, persuaso dall’eccellenza della Barbazza dopo averla ascoltata dal vivo, la volle come voce solista per il disco Moonchild, dove delle sue composizioni classiche vennero arrangiate dal pianista e compositore Max Repetti. Prodotto dallo stesso Lake insieme all’amico Marchini per la sua storica etichetta Manticore Records, rilevata alla sua morte dallo stesso titolare di Dark Companion, quell’album fu la porta d’accesso di Annie all’immaginario artistico che l’aveva affascinata e su cui si era formata. 

Inevitabile, per una che a sedici anni aveva acquistato il vinile di Leg End, 1973, leggendario e caratteristico album degli Henry Cow con disarmante calzino pop rusticano in copertina, incontrare prima o poi John Greaves. Soprattutto se l’artista, anch’egli con un pregevole disco dal vivo nel catalogo Dark Companion, arriva a Piacenza, epicentro dell’etichetta e dove Annie Barbazza stava studiando pianoforte. L’incontro tra i due porta a diverse collaborazioni tra cui Folly Bololey, album del 2019 intestato a loro e alla North Sea Radio Orchestra dove viene ripercorso, scusate se è poco, un disco epocale come Rock Bottom, 1975, di Robert Wyatt.

I poteri terreni di Greaves e Barbazza

“Buona sera. Una canzone di Robert Wyatt” sono anche le parole, in buon italiano, con cui Greaves esordisce in Hearthly Powers. Si tratta d’una bella interpretazione solista al pianoforte di God Song, ironica e disperata invocazione a Dio con musica di Phil Miller dal secondo album, Little Red Record, ‘72, dei Matching Mole, con Brian Eno e prodotto da Robert Fripp. Julie Tippetts la cantò in maniera sublime al Royal Drury Lane Theatre di Londra dove, nel ‘74, diversi artisti dell’avanguardia pop e rock britannica tennero un concerto per raccogliere fondi per Wyatt reduce dalla frattura della spina dorsale che lo rese disabile. Lo stesso ex batterista dei Soft Machine, insieme agli appena costituiti Hatfield & The North, ne rese un’interpretazione memorabile a Parigi il 2 gennaio ’73 in duetto con Richard Sinclair nello studio televisivo ORTF Des Buttes-Chaumont.

È una delle tre canzoni d’altri, insieme alle affascinanti To Make You Feel My Love di Bob Dylan e Avalanche di Leonard Cohen, di diciannove composizioni. Greaves fa la parte del leone con Bad Alchemy, Kew-Rhône, Swelling Valley, The Song più How Beautiful You Are, Walking On Eggshells, Dead Poets, The Price We Pay, Summer On Ice (queste ultime cinque sono forse la parte più emozionante del disco) e ancora The Green Fuse, la title-track Heartly Powers, Time, tutte provenienti dalle diverse fasi della sua esperienza artistica come solista, con gli Henry Cow e con altri, scritte con e senza il suo talvolta alter ego Peter Blegvad che è l’unico autore di In Hell’s Despite. Greaves firma anche In Te insieme ad Annie Barbazza e a Max Marchini. Della sola Barbazza è Lotus Flower.

Il senso d’un disco 

Il giornalista e critico Mark Hertsgaard ha scritto della musica dei Beatles che piace perché fa stare bene. È anche il senso profondo d’un disco come Heartly Powers che, di fronte alle incertezze d’un mondo impazzito, ricostruisce almeno per la sua durata il vincolo speciale con la bellezza proprio della musica senza tempo. Impermeabile alle tendenze del momento per costruire un proprio, speciale universo sonoro, l’esperienza artistica di John Greaves e Annie Barbazza per certi versi va ricondotta a quella sigla, Rock In Opposition, che nacque a metà degli anni Settanta proprio dagli Henry Cow secondo un’idea di anticapitalismo massimalista degli artisti e che oggi può identificare, sostanzialmente, quella musica che fluisce indipendente dalle scelte ideologiche e commerciali dell’impero della musica.   

“Io e Annie lavoriamo insieme da alcuni anni ormai. Il suo approccio istintivo alle mie canzoni corrisponde al mio bisogno di ridefinirle costantemente. Ne abbiamo registrata parecchia di roba insieme e ho avuto il piacere di partecipare al suo bell’album da solista Vive. Sono entusiasta di sentirla fare suo quello che un tempo era il dominio di Dagmar Krause e Lisa Herman. Ecco cosa facciamo dal vivo, comprese alcune rispettose (spero) cover dei grandi. Spero vi potrà piacere”. L’ha detto John Greaves a Parigi.

“Ho sognato di incontrare John da quando mi è stata presentata la sua musica. Avendo poi avuto l’opportunità di diventare amici e fare musica insieme, nel corso degli anni mi ha cambiato la vita. Ammiro molto John, amo la sua poetica e gli sarò per sempre grata per aver dipinto i sogni dai colori vivaci di una bambina. Questo album raccoglie alcune delle nostre ultime esibizioni dal vivo in duo. Benvenuti allo spettacolo”. L’ha detto Annie Barbazza a Torino.

Entrambi hanno parlato nel luglio scorso.

Buon ascolto.

John Greaves, Annie Barbazza - Heartly Powers
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Pietro Andrea Annicelli è nato il giorno in cui Paul McCartney, a San Francisco, fece ascoltare Sergeant Pepper’s ai Jefferson Airplane. S’interessa di storia del pop e del rock, ascolta buona musica, gli piacciono le cose curiose.

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