Kacey Musgraves - Star-Crossed

Star-Crossed: il divorce-album cinemusicale di Kacey Musgraves.

Questa è una storia tra glamour e tristezza. A fine 2017 Kacey Musgraves, luccicante figura del country-pop nashvilliano, sposa il collega Ruston Kelly. A Marzo 2018 pubblica l’album Golden Hour – tutto permeato dell’innamoramento per Ruston –  con cui vince quattro Grammy Awards, incluso quello davvero importante per l’album dell’anno. Fin qui un tripudio di gioie, dunque.

Poi il matrimonio finisce, forse per colpa di una certa instabilità emotiva di Kelly (vedi la sua canzone Changes, datata 2020), e così una tristissima Musgraves aggiunge con questo Star-Crossed (MCA) un nuovo capitolo all’ormai pluridecennale saga del divorce-album.  E attenzione perché la texana fa sul serio mettendo in scena la storia come un dramma in tre atti: rottura, traumi post-rottura, accenni di rinascita.

Kacey Musgraves racconta il suo divorzio canzone dopo canzone

Star-Crossed si apre all’insegna con una title-track di puro melodramma (nelle parole, visto che la musica è parecchio mainstream): tutto è finito, le carte della separazione sono state firmate e la casa traslocata. Arriva la fase delle meditazioni sul  vano tentativo di essere una Good Wife allegra e comprensiva, sulle lontane felicità adolescenziali (Simple Times). sui dubbi irrisolti (Justified – con video lacrimante) e su quando la relazione ha cominciato ad andare a rotoli ma non sembrava ancora vero (If This Was a Movie). C0ome si può notare i titoli già spiegano tutto… Proseguendo, Angel, acustica e con temporale sullo sfondo, si lascia andare all’autocritica per poi cedere il passo a Breadwinner, dove finalmente si affaccia un po’ di cattiveria verso Ruston e financo la sua prossima partner.

 

Le tracce 9, 10 e 11 evocano il momento più buio del post-divorzio con i ricordi della passata felicità di Camera Roll e le ansie di It Ain’t Easy, peraltro assai  banale nella sua melodia da sofisticata radio serale. Hookup Scene vede la nostra alle prese con il post-separazione e le app di incontri che, inutile dirsi, non possono sostituire i sentimenti veri. Quando tutto sembra disperatamente plumbeo, le canzoni 12, 13 e 14 danno il via alla rinascita, anch’essa esplicitata dai titoli: Keep Lookin’ Up, What Doesn’t Kill Me, There Is a Light (con venature latine che fanno sempre vitalità).

Luci e (soprattutto) ombre di Star-Crossed

Il pregio dell’album sta nella concisione delle canzoni, quasi vignette di stati d’animo, sempre melodicamente ben strutturate e benissimo prodotte quanto a freschezza commerciale,, oforse da centro commerciale. Il difetto  sta invece nella banalità di queste melodie dove la strofa spoilera sempre e subito il ritornello. Il country di inizio carriera è finito chissà dove; ormai siamo dalle parti di Shania Twain e Taylor Swift e di un pop piuttosto anodino. A tratti imbarazzante è poi la banalità dei testi, davvero da sottomarca Harmony: “C’è una luce alla fine del tunnel/ C’è una luce dentro di me”. Vero che sono stati scritti di getto, ma nulla avrebbe impedito  di rileggerli dopo.

Per quanto concerne le composizioni originali Star-Crossed finisce qui e se dovessimo dargli un voto ora saremmo dalle parti del 5, con mezzo punto di comprensività per la dura situazione affrontata (anche se i media ci dicono che è da poco comparso un nuovo fidanzato musgraveiano, il poeta-imprenditore Cole Schafer).

La sorpresa finale

Ma attenzione perché la scaletta indica la presenza di una cover conclusiva. Ed è una cover davvero improbabile: Gracias a La Vida di Violeta Parra, nota soprattutto per la versione di Joan Baez (e rifatta in italiano da Gabriella Ferri). Se fino ad ora tutto è suonato ovvio, qui c’è del genio. Il pezzo parte, si ferma, riparte,  cambia situazione sonora più volte come a sottolineare le possibili varianti emotive del testo. Il risultato è strano, sovraccarico, trasognato.

 

La curiosità suscitata da questo imprevisto guizzo spinge alla ricerca di un possibile video che sì, esiste, e pure questo è una sorpresa nella sua dimensione notturna, stralunata e lynchiana. Ma non basta ancora, perché un’ulteriore esplorazione ci informa che non si tratta di un semplice clip bensì della scena finale del film Star-Crossed, realizzato per accompagnare l’album omonimo e uscito su Paramount+ un paio di mesi fa. Vederlo per intero, anche in base alle indicazione del trailer, potrebbe cambiare il giudizio su tutto il progetto, a questo immaginabile come un tripudio di metafisica pop da far morire d’invidia Lana Del Rey. Per intanto il colpo di reni conclusivo porta l’album al traguardo della sufficienza.

Kacey Musgraves - Star-Crossed
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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