Dialogo immaginario (?) fra Kamasi Washington e i produttori di Becoming.
INTERNO GIORNO Uno spazioso ufficio con vista su un parco.
– Kamasi, dobbiamo pubblicare il disco.
– No, non se ne parla nemmeno. È una musica che ho scritto così, sono veramente dei brani suonati in casa, non è roba che la gente deve comprare. Sotto le immagini vanno bene, non si riconoscono nemmeno, e poi Michelle è sempre lì con i suoi pezzi, dai, il documentario inizia con lei che sul telefono ascolta Kirk Franklin, no, non se ne parla.
– Kamasi, hai firmato, l’assegno l’hai preso, la musica è nostra e noi la pubblichiamo. E una questione di policy.
Kamasi Washington, con Becoming aumentano le perplessità
Io spero sia andata così. Altrimenti, non saprei proprio cosa pensare. Ho ripetuto a me stesso: va bene, non è certo questo il disco in cui chiedere a Kamasi Washington di confermare quanto – misteriosamente – si dice di buono su di lui. Allora ho cominciato a guardare Becoming, il documentario tratto dall’omonimo libro che Michelle Obama ha pubblicato nel 2018 quando, fortunatamente per lei e meno per il resto del mondo, la Casa Bianca cominciava a essere solo un ricordo. Il tappetino sonoro confezionato dal sassofonista di Los Angeles quasi non si avverte, passa decisamente inosservato. Si percepisce per la prima volta (comunque facendosi notare per sciatteria) quando Michelle torna nella sua casa di Chicago e ricorda la figura del padre.
In conclusione…
Proseguendo la visione, le cose non cambiano, se non nel livello della mia stima verso la ex First Lady, che tocca vette precluse ai comuni mortali. Allora torno ad ascoltare il disco e, se possibile, le cose peggiorano. Temi appena accennati da sassofoni alla Kenny G, con violini caramellati e chitarrine sognanti; ogni tanto una citazione (involontaria?), da Morricone agli Stylistics, ma per gli anziani come me, che già non avevano compreso il successo di The Epic, il riferimento più immediato è Fausto Papetti. Il mistero continua…
P.S. Su Spotify è disponibile The Michelle Obama Musiaqualogy, una colonna sonora di 300 brani curata da Questlove nel 2018, in occasione dell’uscita del libro. È divisa in tre parti, dal 1964 al 1979, dal 1980 al 1997 e dal 1997 al 2018. Un’ottima alternativa.
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