Lanhert Tapes cover

Sempre ricca di novità, la Glitterbeat Records pubblica l’ottimo Dens di Lenhart Tapes.

Ethno-Noise è l’etichetta con la quale definisce la sua musica elettronica Vladimir Lenhart giunto al secondo lavoro col nome Lenhart Tapes: Dens è pubblicato dalla Glitterbeat Records. E in effetti quella proposta è una suggestiva miscela di folk balcanico e sonorità elettroniche, noise e industrial, quel genere di ibridazione che è ormai un marchio di fabbrica dell’etichetta di Chris Eckman di stanza a Lubiana. Lenhart è protagonista con le sue manipolazioni, campionamenti, loop di musicassette in cui sono contenuti le più disparate musiche e field recordings da lui utilizzati sia dal vivo che in studio e raccolti negli angoli più disparati della capitale Serba e lungo i Balcani. Accanto a Lenhart tre voci femminili e un piccolo gruppo di musicisti che spesso lo accompagnano anche nei concerti e che si alternano nei vari brani.

Il rinnovamento del folk

Rispetto al precedente Duets qui le collaborazioni di altri musicisti sono più presenti e particolare valore ricopre il ruolo della cantante e violinista Tijana Stanković, presente al canto in ben sei delle otto tracce, le cui vaste conoscenze di etnomusicologa, oltre alle straordinarie capacità vocali, hanno dato una ben precisa impronta al lavoro di Lenhart, realizzando così l’incontro-scontro fra le tradizioni folk e lo spirito industrial, punk nel quale il musicista serbo è cresciuto e che ha trovato fertile terreno nella caotica e vivace Belgrado. Dens va inserito in quel filone eccitante e rivoluzionario che sta fondando una nuova dimensione della musica folk ed etnica, nella quale la tradizione viene presa e rivitalizzata dalla contaminazione con generi contemporanei, penso ai Lankum per la musica irlandese, Altin Gün e Derya Yildirim per la turca, Ammar 808 per la nordafricana, Abadir per la musica egiziana, Damir Imamović in Bosnia o il Putan Club con i riti adorcisti africani.

Lenhart Tapes e le sonorità largamente inedite di Dens

I brani del disco appartengono alla tradizione gorani, un’etnia del sud slavo di religione musulmana, a quella serba e a quella della minoranza slovacca della Vojvodina. Ma come abbiamo detto le diverse influenze e tradizioni si mescolano con i loop, l’elettronica, le percussioni, il noise. Possiamo così trovare sonorità molto vicine a quelle dei joujouka marocchini, nella travolgente e ipnotica Daj Mir Ruka e nella malinconica ed evocativa Mejremo, in commistione con il canto balcanico di Tijana Stanković o la splendida, selvaggia Džamahirija, ispirata a una canzone anni ‘80 dei Green Wings, un collettivo di studenti libici dell’Università di Belgrado. Dalle complesse sonorità tribali e col canto irresistibile e sciamanico di Zoja Borovčanin o Starala Sa un lento progredire di bordoni di contrabbasso e di synth cui si aggiungono le contorsioni del violino, il tutto quasi in contrasto al canto lirico e accorato di Svetlana Spajić.

È vero, escono così tanti dischi che è impossibile ascoltarne anche una piccola parte, ma dedicare un po’ del vostro tempo all’ascolto sorprendente e affascinante di Dens vi appagherà, soprattutto se amate scoprire una musica che si muove su strade sperimentali, magari rischiose, ma in buona parte inedite. Per chi scrive uno dei dischi dell’anno.

Lenhart Tapes – Dens
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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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