Recensione: Liam Gallagher - Why me? Why Not Warner Records - 2019

Il British Sound di Liam Gallagher rifulge in Why me? Why Not.

È invecchiato, Liam Gallagher. Lo si vede dalla copertina del vinile. Ma lo sguardo da bullo di periferia, quello, non lo ha perso. E non ha perso nemmeno la sua impronta più vera. Quel sound British esploso dalle valvole degli amplificatori. L’aveva già annunciato con il primo singolo, Shockwave, e lo conferma in tutto Why me? Why Not.

Sì, l’album fa l’occhiolino agli Oasis, e allora? È quello che Liam sa fare, e lo sa fare bene. Una bella sferzata di rock, potente e compatto. Un album ben scritto, concepito e pensato a fondo. Sicuramente più maturo rispetto al precedente As You Were, che pure non era disprezzabile e che pare far dimenticare gli esordi traballanti dei Beady Eye post Oasis.

Un Liam Gallagher in forma smagliante

Il trittico di brani di apertura, con Shockwave, One Of Us e Once, mette subito in chiaro la linea dell’intero album. I brani girano alla perfezione, sia quando i suoni si inseguono su feedback e chitarre sporchissime, sia quando il tono passa al nostalgico, come in One Of  Us, dove sullo sfondo compaiono gli archi. Liam non ha mai nascosto la passione per Lennon. Se dovesse servire, Once è l’ennesima prova: modulazioni, armonie e chitarre acustiche lo confermano. Si tratta di uno dei brani meglio riusciti dell’album.

 

Del resto Lennon compare già nel titolo dell’intero lavoro: Why Me? e Why Not infatti sono due opere di John che Liam conserva. Il rock ‘n’ roll del piano (quasi ragtime) di Halo fa muovere anche chi non può farlo. Liam è in forma smagliante. La voce regge botta, acida come sempre e robusta quanto si deve. Be Still è un altro grande pezzo rock. Il ritornello «My mama said, Keep moving / Though you’re down, you’re gonna rise again […]» rimane attaccato e difficilmente riesci a scrollartelo di dosso, sebbene il riff d’apertura mi sembra guardi molto a Downbound Train di Springsteen. The River e Gone chiudono degnamente l’intero lavoro. Mentre nella versione deluxe spicca anche Misunderstood, un’intensa ballad d’altri tempi.

Why me? Why Not e Liam Gallagher diviene compositore

Liam compare, a differenza dell’album precedente, come co-autore in tutti i brani. è il suo traguardo, nel monopolio compositivo dell’altro Gallagher. Molto è stato scritto sul loro rapporto, sulla fine degli Oasis, su una possibile reunion. Qui adesso interessa poco, ma non si può non pensare alla nuova strada musicale che Noel ha intrapreso e che, come è ovvio, si confronta con quella di Liam. Quella del più giovane dei Gallagher mi sembra più vera, più onesta, meno artefatta. Ecco. Che la maledizione di Noel ricada pure su di me. Nell’attesa, aspetterò di nuovo la bomba sonora piombarmi addosso quando Liam sarà dal vivo anche in Italia, come in quel lontano 2002, quando ancora insieme, a Roma, fecero implodere lo stadio del tennis.

Mancava un po’ di sano e puro rock!

Liam Gallagher - Why me? Why Not
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Sono nato quando uscivano Darkness on the Edge of Town, Outlandos D'Amour, Some girls e Blue Valentine. Quasi a voler mostrarmi la strada. Ora leggo, scrivo, suono e colleziono vinili.

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