Marco Montagnini - A4

Il cantautore ‘psicopatico’ Marco Montagnini e il suo incredibile foglio A4

E che cazzo, questo è un genio assoluto. Sfido chiunque, al giorno d’oggi, a trovare ancora qualcosa di in/audito, nel senso estremamente significante del termine e Marco Montagnini è un genio, l’ho scritto e lo riscrivo, soprattutto perché è assolutamente inconsapevole di esserlo e anche questo, nel periodo degli autoproclamatisi artisti, lo rende unico e necessario.

Lo stesso Montagnini, con spiccata autoironia (o consapevolezza?) si definisce cantautore psicopatico e, se così è, mi auguro non cada mai in mano a soloni che impongano trattamenti Ludovico al suo pensare, scrivere, cantare e suonare.

Tutte le suggestioni di Marco Montagnini – A4

Il disco (pubblicato da Tom Inorganic Man Records) si intitola A4, un titolo che la dice lunga sulla possibilità di piegare, come sonoro origami, un foglio intriso di dada e tant’altro; è il suo ultimo, per adesso, parto ma la sua carriera, ipoacusica alle orecchie dei più, è già lunghetta ed io mi ritengo estremamente fortunato ad essere stato da lui cercato e, di conseguenza, di goderne da almeno tre giorni attraverso reiterati ascolti.

Tutto il lavoro si snoda in ben 22 canzoni tutte indispensabili, a partire dallo strumentale Voilà, che chiosa l’album nella sua versione cantata e, in mezzo a questa siffatta cornice, che già sa di prestidigitazione sonora, io ci ho trovato le filastrocche amare di Syd Barrett, la patafisica di Jarry piegata ad intuizioni Canterburiane, un nonsense degno del miglior Gruppo Motore del Derby (si notino alcune inflessioni Lauziane davvero da brividi) e persino la poetica dolorosa dei lavori di Mauro Pelosi, altro genio sacrificato all’altare del silenzio ma che con quattro lavori negli anni’70 ha anticipato tutto, persino Jeff Buckley…

Marco Montagnini usa le parole giuste, anzi, addirittura ingiuste, plasma la grammatica e la metrica a suo uso e consumo con una ferrea disciplina sonora che non sovrasta mai il messaggio della sua poetica Escheriana, le parole ed i suoni infatti sono scale che si intersecano sfiorando l’ipercubo e, solo per questo, non ci si può esimere dall’approcciarsi all’ascolto tralasciando le solite logiche musical provinciali ed abbandonandosi ad un vero e proprio trip.

A4: Quando la stranezza può essere perfezione

È bravo Montagnini ad illuderci che le sue composizioni musicali siano figlie di un coltivato Lo Fi ma, se si presta assoluta attenzione, il landscape caleidoscopico degli arrangiamenti lo elegge davvero ai più alti podii della musica pop contemporanea. Questo “ragazzo” ha compiuto una On The Road dei generi lisergicamente prossima alla assoluta perfezione.

Andatelo a cercare su Bandcamp e troverete anche da ascoltare Oncoming Martian che consta di ben 222 cover versions che spaziano almeno 5 generazioni di “canzoni perfette” da lui eseguite con Bolaniana grazia esclusivamente accompagnandosi con la chitarra.

Insomma amanti di Julian Cope, Syd Barrett, Robert Wyatt (faccio sintesi…) scavate nelle vostre orecchie obnubilate da troppi malaugurati ascolti e fate largo al Maestro Marco Montagnini che, se ce lo propinassero da Albione, avrebbe già schiere di fans…

Spero di essermi spiegato (disse il foglio A4 contenente la presente recensione, dopo essere stato estratto dal portafoglio).

Marco Montagnini - A4
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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