Un reading di poesia per Marianne Faithfull & Warren Ellis: She Walks in Beauty.
La coppia Marianne Faithfull & Warren Ellis l’avevamo conosciuta già tre anni (quasi) orsono in Negative Capability, anche se il disco era ufficialmente attribuito soltanto alla prima. Però evidentemente questo è l’anno del coming out di Warren Ellis, che dopo aver firmato Carnage a pari merito con Nick Cave, adesso si presenta in primo piano anche in She Walks in Beauty. Ed ha ragione: le musiche sono tutte sue composizioni, in parte anche suonate da lui, con qualche aiuto esterno, incluso quello di Brian Eno e Nick Cave. La voce è naturalmente quella di Marianne Faithfull, ma le parole no, perché in questo album di spoken words declama alcuni celebri versi di poeti romantici che l’hanno accompagnata per tutta la vita, da quando li ha scoperti in gioventù. E sono fra i pilastri del romanticismo inglese: Shelley, Byron, Tennyson, Hood, Keats, Wordsworth.
La voce in primo piano, le basi accompagnano
La prima cosa che si nota all’ascolto di She Walks in Beauty è la scelta di mettere la voce in primo piano. Ingegnere del suono è in tutto il disco Howard “Head” Bullivant, che ha lavorato spesso con PJ Harvey. Evidentemente però questa è la volontà di Marianne Faithfull & Warren Ellis, tanto è evidente la cosa. Il disco è pensato come un reading di poesia, e la musica fa da sottofondo. Un sottofondo piacevole, lievemente monotono come sono spesso quelli proposti da Ellis, anche sugli ultimi dischi di Nick Cave, ma qui più ariosi, probabilmente adattati ad accompagnamento di questo tipo di liriche.
La voce di Marianne Faithfull è quella che ormai conosciamo: gli ultimi anni non sono stati lievi, e dagli eccessi di gioventù, se non si muore, ci si riprende più facilmente. È una voce roca che fatica a trovare grandi cambi di tonalità, ma certo a lei non mancano fascino e bella dizione, il che aiuta in una proposta del genere.
La dimensione di Marianne Faithfull & Warren Ellis – She Walks in Beauty
Dopo un qualche disagio iniziale ho provato a cercare una dimensione per questo disco, anche se non è facile. Bisognerebbe coglierne bene i versi, e dunque non ascoltarlo in sottofondo, ma sentirlo come si ascolta un disco pop riesce difficile perché la sensazione di monotonia, al limite di noia prevalgono. Alla fine mi sono lasciata andare ai suoni, questo mix di voce e basi ondeggianti, e l’ho apprezzato. Non è l’idea che ho di un reading di poesia: per quello ci vuole una fisicità che She Walks in Beauty non può possedere. Non so nemmeno quante volte tornerò ad ascoltarlo, però Marianne Faithfull, con l’aiuto di Warren Ellis, ha evidentemente dato voce a una passione antica, e se questo non ne rende indispensabile l’ascolto, ai miei occhi (e orecchie) non lo rende superfluo.
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