Marika Hackman - Big Sigh

Dopo le Covers, Marika Hackman torna alle sue composizioni con Big Sigh

L’ultimo disco di Marika Hackman, Covers (2020) era dedicato alle interpretazioni: Elliott Smith, Sharon Van Etten, i Radiohead, gli Air venivano omaggiati nell’occasione, assieme ad altri gruppi e solisti. Il ritorno alla composizione coincide con un disco denso e difficile. Sarà quel carrello della spesa, sgangherato e dipinto in un ambiente desertico, ma questa nuova opera  porta poca gioia dentro di sé, a partire dalla desolante copertina.

Big Sigh: un album difficile per Marika Hackman

L’enorme  sospirone del titolo sembra aleggiare su tutti i brani, a partire dalla cupissima intro di The Ground. Il brano si sviluppa in un inquietante ninna nanna, con parole poco comprensibili e un accompagnamento degno di un frame hitchcockiano. D’altronde la giovane cantautrice britannica ha dichiarato, mettendo le mani avanti, che Big Sigh (Chrysalis Records) nasce da un periodo tutt’altro che roseo. Dice infatti la Hackman: “…è l’album più difficile che abbia mai realizzato, le canzoni parlano di amore e perdita, tentando di trovare un equilibrio.” Nei testi troviamo righe assai crude, come nell’elenco comportamentale di No Caffeine: ‘’Fatti un tè, non vomitare, impara a respirare, piuttosto prova a scopare, stai lontana dall’amore’’ o ancora, nella title-track: “Sono stata bene, sono stata male, sono stata molto meglio”. Insomma, siamo di fronte, per l’ennesima volta, a un disco post-traumatico, anch’esso condizionato, durante la scrittura, dal periodo pandemico.

Per la parte musicale, la Hackman ha scelto di suonare ogni strumento, tranne le parti degli archi; il registro tenue, condotto spesso dal pianoforte, talvolta si libera in improvvise scariche elettriche che alzano la dinamica del disco, costringendo l’ascoltatore a regolare il volume per il quieto vivere condominiale. Big Sigh va senz’altro affrontato con alcuni accorgimenti:  testi alla mano, umore giusto e un certo grado di isolamento. In questo modo ci si potrà immergere nello sforzo creativo della Hackman, teso a sconfiggere le paure e le emozioni avverse.

Marika Hackman - Big Sigh
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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