Che musica fa Melanie De Biasio?
Blackened Cities, l’EP di Melanie De Biasio di un anno fa, aveva già complicato la vita ai recensori. Che genere si poteva affibbiare al misto di jazz, prog e avanguardia proposto da quel lungo e potente brano? Qualunque possa essere la risposta, di norma Melanie De Biasio viene descritta cantante jazz. Una definizione che comunque le va un po’ stretta.
Lilies cambia contesto sonoro a ogni traccia
In questo nuovo disco, Lilies, l’artista belga, ma di chiare origini italiane, esprime una vocalità che rientra in quel contesto. Tuttavia l’uso che ne fa travalica il concetto di genere, spostando i confini ad ogni cambio di traccia. Nell’iniziale Your Freedom Is The End Of Me non si può negare, per esempio, l’influenza dei Portishead, anche se la voce calda di Melanie è tutt’altra cosa rispetto a quella di Beth Gibbons. Di seguito, in quello che con azzardo si può definire il singolo dell’album, Gold Junkies, si cambia già registro e ci si trova davanti ad una versione algida e scarna di un’altra outsider tra le cantanti jazz, la tostissima Cassandra Wilson.
Ma non è finita qui. Tra brani proto-gospel, con accompagnamenti limitati al battimano ritmico o al (quasi) solitario basso elettrico, spunta una glaciale versione del classico latino Afro Blue, spogliata di qualsiasi calore percussivo, eppure di straordinaria bellezza. C’è anche un gran finale con And My Heart Goes On, un brano che potremmo definire etno-jazz d’avanguardia. Qui De Biasio, che è anche diplomata in flauto, duetta col suo stesso strumento in un ossessivo recitativo che si insinua in un lento e sapiente crescendo.
Melanie De Biasio fra intensità e virtuosismo
Date le caratteristiche sonore della voce e degli strumenti impiegati, in gran parte dominati dalle basse frequenze del basso, si consigliano potenti woofer, di quelli che fanno vibrare lo stomaco. E di conseguenza, vicini di casa ben armati di tolleranza.
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