Meshell Ndegeocello - The Omnichord Real Book

Meshell Ndegeocello, una delle grandi voci della black music, ritorna con The Omnichord Real Book.

A distanza di cinque anni dall’album di cover Ventriloquism e di trenta dal debutto discografico che la fece conoscere come una delle voci più interessanti della musica black, Meshell Ndegeocello ritorna con The Omnichord Real Book, un disco che potremmo definire sontuoso sia per le dimensioni, ben diciotto le canzoni per oltre settanta minuti, sia per la pletora di eccellenti musicisti e cantanti coinvolti: da Jason Moran a Josh Johnson che ha anche prodotto il disco, da Jeff Parker ad Ambrose Akinmusire, da Joan As Police Woman a Thandiswa, da Mark Giuliana a Joel Ross, per citarne solo una minima parte, ma che danno anche l’idea di una scelta musicalmente molto diversificata.

Esce per la Blue Note, ma non è solo jazz

Il disco esce per la prestigiosa Blue Note, il che fa immediatamente pensare a un album jazz, ma The Omnichord Real Book, pur contenendo elementi e musicisti jazz, è fondamentalmente un album di musica black, che spazia nelle varie anime della musica afroamericana. Dal gospel  nell’intensa e sofferta Hole in the Bucket, allo spoken word e al funky in una Clear Water impreziosita da un assolo della chitarra blues di Jeff Parker, all’afrobeat dello strumentale Omnipuss, al soul di Burn Progression, ma anche alla psichedelia di The 5th Dimension e all’hip hop presente in diversi brani. Potremmo dire che il disco ha un che di sfuggente, infatti ogni volta che lo ascolti inevitabilmente scopri sonorità e stili di cui non ti eri accorto in precedenza.  E si ha proprio la sensazione di maneggiare qualcosa che continuamente ti sfugge.

Un disco interamente suonato

Il titolo fa riferimento all’omnichord uno strumento elettronico ispirato all’autoharp, l’unico utilizzato in questo disco che, a detta della stessa Ndegeocello, rappresenta una svolta nella sua carriera verso una maggiore autenticità, rappresentata dall’essere tornata in studio per suonare musica dal vivo suonata da musicisti senza l’ausilio di computer come accaduto nelle sue ultime produzioni. The Omnichord Real Book è un disco attraverso il quale la bassista e cantante americana fa i conti con se stessa e la sua carriera. In Gatsby, brano in cui duetta con Joan As Police Woman, afferma “Ho detto cose in cui non credo. Ho fatto cose che semplicemente non sono io.”

Meshell Ndegeocello, The Omnichord Real Book e il rapport con l’Africa

La presenza dell’afrofuturismo e dell’afrobreat in così tante tracce è anche questo sintomo di un voler ricercare le proprie radici più profonde. Non a caso nella lunga e bellissima Virgo Meshell canta di uno schiavo che riesce ad abbandonare la nave durante la traversata oceanica, il brano, sorretto dal suo basso robusto e da ben tre percussionisti si muove fra afrofuturismo e spiritual jazz, con atmosfere sognanti dovute all’arpa e al Farfisa. Anche Vuma ci porta alle radici africane col canto della sudafricana Thandiswa e una chitarra da highlife. Certo non tutto forse funziona, soprattutto quando le atmosfere sognanti presenti sin dalla traccia d’apertura rischiano di diventare noiose, per esempio in oneelevensixteen, ma parliamo pur sempre di un signor disco.

Meshell Ndegeocello - The Omnichord Real Book
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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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