Miles Kane – One Man Band

Un disco atteso da molti anni: Miles Kane – One Man Band.

Con One Man Band, Miles Kane pubblica quello che è senza dubbio il suo miglior album solista fino a oggi, mostrando, dopo anni di attesa, di poter riuscire a fare ciò che finora era sembrato impossibile: essere davvero un solista con un talento per la composizione e non uno sparring partner di Alex Turner.

L’avevamo lasciato nel 2022 con Change The Show, dalle simpatiche influenze Northern Soul, e dunque One Man Band arriva quasi a sorpresa; evidentemente Miles Kane ha trovato la voglia di riprovarci e di compiere un balzo in avanti. Lo fa in compagnia dei suoi cugini James e Ian Skelly dei The Coral, rispettivamente alla produzione e alla batteria, a Tom Ogden dei The Blossoms, a Kieran Shudall dei Circa Waves e a Jamie Biles, che lo hanno aiutato a scrivere diversi brani.

Dalla title track alla dedica a Baggio: i momenti migliori del disco

A dire il vero il disco parte un po’ in sordina, nel senso che Troubled Son, scelto anche come singolo apripista, e The Best Is Yet to Come, ripropongono il ‘solito’ Miles Kane in una versione abbastanza muscolare, ma senza troppo appeal. Arriva però la title track a risollevare le sorti del disco spingendolo in una direzione decisamente migliore.

Poco oltre, un altro highlight è The Wonder e, subito dopo, Baggio:

Avevo otto anni quando ho visto per la prima volta Baggio in TV, durante i Mondiali del 1994. Sono rimasto colpito dalla sua presenza, dal suo aspetto e dal suo talento. Era la prima volta che vedevo un uomo così diverso e unico. Vedere Baggio mi ha portato a essere ossessionato da quella squadra di calcio italiana per molti anni. Mi sono fatto crescere i capelli e questo è stato l’inizio della mia ossessione per i vestiti, la moda e tutto ciò che è italiano. È stato l’inizio del mio desiderio di diventare quello che sono oggi.

L’omaggio al calciatore italiano è perfettamente riuscito: Baggio, mi stai mostrando la strada da percorrere / Quando mi sentivo perso e abbattuto / mi sedevo e ti guardavo mentre rubavi lo spettacolo …e anche la musica riesce a essere evocativa di un’epoca evidentemente importante per Kane.

Nella seconda parte il ritmo rallenta

Nella seconda parte spicca la ballata Ransom, che rallenta brevemente il ritmo, ma questo One Man Band vede un Miles Kane decisamente pimpante, e tutte le canzoni paiono essere pensate per l’esecuzione dal vivo. Si chiude con un’altra bella canzone, Heal, e con l’acustica – ma meno convincente – Scared of Love.

Con una formazione abbastanza elementare a base di chitarre / basso / batteria, One Man Band non ha certo la pretesa di innovare; Miles Kane è saldamente ancorato al suono 60s che ama e che ripropone in una forma moderna, che tiene conto dell’evoluzione del genere attraverso proposte come quelle dei Jam, del brit-pop, degli stessi Last Shadow Puppets. Difficile attendersi da lui molto altro se non buone canzoni, e rispetto al passato qui finalmente le abbiamo trovate.

Miles Kane – One Man Band
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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