You’ve Got To Learn: Nina Simone dal vivo nel 1966.
È sempre bello trovare un’occasione per riascoltare Nina Simone. Siano i suoi novant’anni, come ci ricorda l’adesivo incollato sulla copertina di You’ve Got To Learn (Eunice Kathleen Waymon li avrebbe compiuti il 21 febbraio, il suo nome d’arte arriverà solo nel 1954); sia questo concerto inedito, registrato, in maniera onestamente approssimativa, il 2 luglio 1966.
Cosa si ascolta in You’ve Got To Learn
Insieme a Nina c’è un rodato trio composto dal chitarrista Rudy Stevenson, dal bassista Lisle Atkinson e dal batterista Bobby Hamilton, già con lei dai tempi della sua prima esibizione nella località del Rhode Island, di sei anni prima (At Newport). Nel frattempo, nel 1963, quattro bambine, colpevoli solo di essere nere, sono state uccise in un attentato in una chiesa a Birmingham in Alabama. Nina, in risposta, scrive Mississippi Goddam, imprecazione che le costerà il bando da molte radio del paese, e che registra per la prima volta nell’aprile 1964 alla Carnegie Hall di New York (In Concert), nei giorni immediatamente successivi all’assassinio di Martin Luther King. Non c’è da stupirsi quindi, se quel brano diventi uno dei manifesti per i diritti civili e ogni sua esecuzione dal vivo si trasformi in un accorato e drammatico j’accuse.
La grande musica di Nina Simone
Ma se non siete dei completisti è difficile consigliare l’acquisto di un disco (pubblicato dalla Verve) che arriva a fatica a trentatré minuti complessivi. Meglio rivolgersi altrove, ad esempio a quei due titoli indicati tra parentesi poche righe sopra. Anche se la magnifica rilettura I Loves You Porgy di Gerswhin, un compendio della negritudine come Blues for Mama e soprattutto una versione di Il Faut Savoir – brano che Aznavour cantò anche in italiano con il titolo Devi sapere – e che qui apre e dà titolo al disco, incatenano ad un ascolto continuo. Il voto finale è al monumento Nina, pianista impareggiabile, capace di citare Bach in ogni suo assolo e apparirci così intensamente blues, da farci incazzare insieme a lei urlando You don’t have to live next to me, Just give me my equality!
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Danilo Di Termini
Da ragazzo ho passato buona parte del mio tempo leggendo libri e ascoltando dischi. Da grande sono quasi riuscito a farne un mestiere, scrivendo in giro, raccontando a Radio3 e scegliendo musica a Radio2. Il mio podcast jazz è qui: www.spreaker.com/show/jazz-tracks
