Lucinda Williams – Stories from a Rock ‘n’ Roll Heart

Con Stories from a Rock ‘n’ Roll Heart ritroviamo una Lucinda Williams in versione rock.

Un bel ritrovarsi. Vecchi amici. Ottime bevute. Ma soprattutto buona musica. È così che suona Stories from a Rock ‘n’ Roll Heart, l’ultimo lavoro della magnifica Lucinda Williams, che da anni che non sbaglia un colpo, collezionando una serie di album davvero notevoli, se si considerano anche i sei dischi di Lu’s Jukebox. In Studio Concert Series, dove Lucinda risuona grandi cover, vecchi classici e un paio di tributi alle sue band del cuore.

Bruce Springsteen fra gli ospiti

Let’s Get The Band Back Together, che apre l’album, mette subito le cose in chiaro e indica la strada. Il riff iniziale è un omaggio alle chitarre di Keith Richards. E si parte con un rock ‘n’ roll potentissimo. Due vecchi amici, Bruce Springsteen e Patti Scialfa, fanno i cori in New York Comeback. Poi due ballad che solo Lucinda sa scrivere, Last Call For The Truth e Jukebox, quest’ultima realizzata con Jesse Malin. Piano, steel guitar e chitarre acustiche per un’atmosfera senza tempo: «And Then I Won’t Be Lonely Anymore», canta Lucinda. «Working Class Kid In A Dead End Town / Wants To Get Out Before It Brings Him Down / Turns On The Radio And Hears A Sound / Now He Knows That He’s Been Found», sono i primi versi di Rock’n’Roll Heart. Torna Bruce Springsteen (e chi, meglio di lui, avrebbe potuto accompagnare Lucinda). Sembra quasi un suo brano. Il quattro quarti del tempo corre veloce, mentre batte il cuore rock’n’roll.

Un blues da palude scandisce This Is Not My Town. Le chitarre avvolgono. L’organo spara. Ma Lucinda sa come liberarsi, mentre la band gioca sui crescendo. Ci culla con Hum’s Liquor e ci fa vedere la realtà meglio di altri: «Everybody Wants To See The Crash / Until They See The Red Light Flash». Quasi in chiusura, con Where The Song Will Find Me, Lucinda canta, a suo modo, della creazione artistica: «Standing In The Rain / In The Pouring Silver Drops / I’ll Ride The Whistling Train / And I’ll Get Off At Every Stop / ‘Cause I Want To Be Where The Song Can Find Me». E lì che starà Lucinda, tra treni e auto, in un angolo nascosto. È lì che arriva la canzone, una delle più belle dell’intero lavoro. Nascosta, come le gemme preziose. È un rock’n’roll sincero, quello di Lucinda. Non ti tradisce mai. «I’m Never Gonna Fade Away», l’ultimo brano. Lo sappiamo già. Lucinda non svanirà mai. Un artista del suo calibro non potrà mai farlo.

La biografia di Lucinda Williams che ha preceduto Stories from a Rock ‘n’ Roll Heart

In America ad aprile è uscita la sua autobiografia, Don’t Tell Anybody The Secrets I Told You. A Memoir, recita il sottotitolo. Chissà se qualche editore italiano se ne accorgerà. Perché Lucinda non è sotto i riflettori. Lei non ne ha bisogno.

Lucinda Williams – Stories from a Rock ‘n’ Roll Heart
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Sono nato quando uscivano Darkness on the Edge of Town, Outlandos D'Amour, Some girls e Blue Valentine. Quasi a voler mostrarmi la strada. Ora leggo, scrivo, suono e colleziono vinili.

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