Orelsan – Civilisation

Orelsan e il successo annunciato di Civilisation.

Aurélien Cotentin, in arte Orelsan, arriva al suo quarto album solista, Civilisation (Wagram Music). L’album salda una carriera che non ha dato molto sotto il profilo della quantità, se si pensa che il debutto data al 2009; nel frattempo ci sono stati i tre dischi in collaborazione con Gringe sotto il nome Casseurs Flowters, e comunque tutto questo è bastato a farne uno dei rapper più amati in Francia. Basti dire che con Civilisation, Orelsan ha debuttato nel suo paese al primo posto, superando Adele. Con oltre 50.000 preordini, l’album era già un disco d’oro prima della sua uscita. Così, quando nell’introduttiva Shonen ringrazia il pubblico per avergli fatto riempire Bercy (quasi 20.000 posti) per una settimana, non sta esagerando.

Le storie provinciali di Aurélien Cotentin

Il successo è arrivato un po’ per volta, dalle polemiche iniziali per qualche testo fino a sapersi creare uno spazio particolare all’interno di una scena nella quale il rap, va ricordato, è un genere di successo dai primissimi anni ’90, e dove la Philharmonie può dedicare (a partire da questi giorni) una mostra alla cultura hip-hop dell’Hexagone. Lo spazio particolare di Orelsan consiste nell’aver scelto di raccontare la provincia dalla quale proviene, la Normandia plumbea e piovosa che nel disco precedente cantava con il belga Stromae in La Pluie. È, con le dovute differenze, la scelta che aveva fatto Eminem agli esordi: niente cliché di gang e sparatorie che sarebbero suonate false se cantate da un bianco, ma una realtà nella quale tanti si sarebbero potuti riconoscere. Nel caso di Orelsan le storie sono ancora più ordinarie perché lui proviene da una famiglia di insegnanti, dunque ceto medio di periferia, ma la capacità descrittiva del rapper-scrittore è in grado di rendere il quotidiano come pochi. Davvero, la penna di Orelsan non trova molti rivali, e questo si unisce a un flow eccellente, nonché a un certo orecchio per il pop. Il pubblico è così conquistato.

L’Odeur de l’Essence, Manifeste e i momenti centrali del disco

La straordinaria capacità di scrittura di Orelsan emerge bene in Manifeste, pezzo centrale di Civilisation. Orelsan si trova casualmente in una manifestazione, fra le tante che in questi ultimi anni hanno affollato le strade di Francia, e la descrive dando la parola a diversi fra i presenti, in 7 minuti e 22 secondi che ti tengono all’ascolto in attesa di cosa accadrà da un momento all’altro. Non è il singolo apripista, ruolo affidato giustamente a L’Odeur de l’Essence, dal video apocalittico.

 

Se qualche momento di Civilisation vira troppo verso il pop (Bébéboa) e la ballata un po’ moscia (Athéna), ci sono altri momenti eccellenti come Seul Avec du Monde Autour o l’old school di Casseurs Flowters ovviamente con Gringe, o ancora Du Propre; niente male anche la collaborazione con The Neptunes in Dernier Verre. Nell’insieme, una parte preponderante del valore di Civilisation è dato dalla scrittura di Orelsan, le basi in larga parte fornite da Skread seguono ma solo a tratti risultano eccellenti. D’altra parte, come detto, il coté pop è importante nella formula-Orelsan, dunque le sperimentazioni sonore vanno cercate altrove. Qui si trova rap di alta qualità, il che non è poco.

Orelsan – Civilisation
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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