Un ritorno atteso da molti per Hayley Williams e i suoi Paramore: This Is Why
È stata necessaria una pausa di cinque anni, proficuamente capitalizzata dalla lead singer Hayley Williams, impegnata nella scrittura e pubblicazione di due lavori solisti, perché il sesto album in studio dei Paramore potesse infine vedere la luce: This is Why (Atlantic Recording Group), questo il titolo, si presenta interessante e maturo. Malgrado lo scorrere del tempo, possiamo leggerlo e ascoltarlo come il perfetto corollario di After Laughter, ultimo titolo della band americana risalente al 2017, del quale riprende temi e sonorità declinandoli in una versione più grintosa, meno emo e new wave e più rock, a sottolineare testi graffianti e a tratti arrabbiati. “Spero tu sia convinto/ Vogliamo crimini passionali/La sopravvivenza del più forte/Sei con noi oppure lascia perdere”, esordisce Hayley nella title track, brano che opportunamente apre le danze.
You First è l’apice del disco
Le dieci tracce, veloci e brillanti sono costruite attorno al sapiente mélange di chitarra e batteria rispettivamente suonate da Taylor York e Zac Farro, che fanno da contrappunto ai testi della Williams, tracciati in perfetto equilibrio fra pubblico e privato. Così, se The News è una brillante invettiva contro i media e la loro presenza sempre più invasiva in una società di giorno in giorno meno solidale a dispetto della continua interconnessione, altrove trovano spazio riflessioni più personali e autobiografiche, come nella splendida You First: “Vivere bene non è il mio tipo di vendetta/ Credimi/ Vivere bene è solo un privilegio / Pensavo che mi sarei calmata con l’avanzare dell’età/ Non riesco a scrollarmi di dosso il diavolo che siede sulla mia spalla/ Chi ti ha invitato?”, canta Hayley in apertura, dandoci, una volta di più, prova di una penna folgorante.
This Is Why è il disco migliore dei Paramore?
Le dieci tracce, specie se ascoltate in sequenza seguono una sorta di fil rouge stilistico: brani veloci e ritmati, con sonorità anni ’80 rilette e aggiornate alle quali si debbono aggiungere qua e là venature shoegaze e una buona dose di malinconia. Fra gli episodi più riusciti il blocco centrale, costituito da Running Out of Time, la frizzante e ironica C’est Comme Ça e Big Man Little Dignity, che ci conduce alla magnifica e già citata You First.
Dai toni più crepuscolari, la seconda metà dell’album ci offre la languida Liar, introdotta dall’ipnotica Figure 8, che traccia l’autoritratto di una protagonista intrappolata in una gabbia infinita.Chiude l’album la coinvolgente Thick Skull, brano dalle inattese variazioni di ritmo, probabilmente una delle migliori performance vocali di This is Why.
Un lavoro godibile e riuscito che si candida senza dubbio ad essere inserito nel best of del 2023.
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