Phoenix – Ti Amo.
Il titolo ha eccitato la stampa italiana. I francesi, ma con afflato internazionale, Phoenix intitolano Ti Amo il loro ultimo disco. E non solo. Da Lucio a Battiato, dal Festival di Sanremo al gelato Fior Di Latte (titolo di una canzone), è tutto un riferirsi all’Italia. Quella delle spiagge anni ’70 (o ’60, o ’80, o ieri?) che si vedono nel video di Goodbye Soleil. Peraltro una delle canzoni migliori di Ti Amo.
I Phoenix e l’Italia
In realtà, moderiamo gli entusiasmi patriottici. Con Ti Amo i Phoenix continuano il discorso cominciato da loro molti anni orsono insieme a Air e Daft Punk. Un movimento un po’ impropriamente definito French Touch, perché poi ognuno va per la sua strada; ma che indica la musica francese che, con testi prevalentemente in inglese, si è creata ben più di una nicchia sul mercato che conta. O, se preferite, pop internazionale dal gusto europeo più che angloamericano. I Phoenix con Ti Amo danno un seguito a Bankrupt! e al precedente, bellissimo, Wolfgang Amadeus Phoenix.
Ti Amo: canzone romantica?
Con Ti Amo cercano spunti nuovi e li trovano, appunto, in quest’estate italiana immaginaria. E in un pop spumeggiante perfetto per l’estate reale che è ormai qui. J-Boy apre bene, ma poi è soprattutto la title track a dare subito il giusto tiro al disco. Inno agli amori veloci dell’estate, con una possibilità romantica: “Love You! Ti amo! Je t’aime! Te quiero! non è ancora amore, ma aspetta / Sarò accanto al jukebox / Champagne o prosecco? / Suonando classici dei Buzzcocks, Battiato e Lucio”. Ma, più concretamente, il refrain si conclude con un “apri le gambe”.
I Phoenix compongono un disco per l’estate
Stessi temi estivi ricorrono in Goodbye Soleil, nella più lenta Fior Di Latte, come detto entrambe ottime, o in Fleur De Lys e Role Model. Sono tutte canzoni riuscite.
Nonostante i Phoenix abbiano una strumentazione piuttosto tradizionale, il fatto che in molte delle canzoni le chitarre siano filtrate attraverso i synth dà al tutto un gusto electro-pop. Solo verso la fine il disco si affloscia leggermente. Complice il fatto che Via Veneto e Telefono usano l’italiano più delle altre, con risultati alla Mal & The Primitives non entusiasmanti. Facendo dimenticare che anche in questi due episodi la musica non è poi male. E’ un disco che si sente e si risente volentieri. Difficile dire se andrà oltre l’estate, ma anche questa leggerezza fa parte del fascino dei Phoenix.
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