Per gli amanti delle chitarre urlanti: Purling Hiss – Drag On Girard.
Mancavano dalle scene da diversi anni i Purling Hiss, che ora ritornano con Drag On Girard (per l’ottima Drag City) per tutti gli amanti delle chitarre che urlano. Ricordiamo che la band è in realtà il progetto di un solo uomo, Mike Polizze, provengono da Philiadelphia e hanno debuttato fra 2009 e 2010 con un paio di EP indebitati con Stooges e MC5. Nel frattempo, Polizze è anche parte anche del power-trio Birds Of Maya, con il bassista Jason Killinger e il batterista Ben Leaphart, adepti di un blues-rock elettrico che ugualmente guarda al passato del genere.
Un disco volutamente lo-fi
Drag On Girard non cambia rispetto a questi precedenti, sebbene al garage rock si aggiunga qualche rimando a band anni ‘80’90 come Husker Du e Dinosaur Jr. Insomma, le chitarre continuano a far da protagoniste e aprono infatti il disco con un muro di fuzz doppiato da parti armoniche: è Yer All In My Dreams. Stessa cosa con la successiva Something In My Basement, chitarre in primo piano, ritmica semplice a rischio di suonare semplicistica, e la voce di Polizze (che peraltro non è un grande cantante) un po’ annegata in un mix volutamente lo-fi, che accomuna i Purling Hiss di Drag On Girard a quelli degli esordi.
La title track è il momento migliore
Baby rinvia a melodie anni 60, ma le armonie di chitarre potrebbero ricordarci persino i Pixies. Lunga poco più di due minuti, ha la dimensione giusta per musica di questo genere. Avvia anche una sequenza di canzoni più rilassate, seguite dalla breve e infuocata Stay With Us, che conduce alla conclusione con due lunghissime canzoni (siamo intorno agli otto minuti ciascuna), la prima delle quali, la title track, richiama pesantemente gli Stooges ed è il momento migliore del disco con una bella accelerata finale. Shining Gilded Boulevard chiude il disco ed è, invece, piuttosto ripetitiva.
Con Drag On Girard i Purling Hiss non realizzano un disco imperdibile, ma inserito in una tradizione che ormai ha alle spalle molti decenni e che certo in questi ultimi anni non ha trovato interpreti in grado di rinnovarlo o almeno di ascendere ai grandi modelli succitati. In attesa del Messia, accontentiamoci di un buon artigiano come Mike Polizze.
Be the first to leave a review.