yalla miku

L’etichetta Bongo Joe accoglie il progetto Yalla Miku.

Nasce a Ginevra, città simbolo del potere bancario e degli organismi internazionali, il progetto Yalla Miku, messo a punto dalla sempre sorprendente e innovativa label Bongo Joe, punto di riferimento per la musica alternativa della città, dove ha un negozio di dischi e un locale per la musica. Ed è proprio Cyril Yeterian (banjo, chitarra, voce) nato a Beirut e fondatore dell’etichetta a metter su gli Yalla Miku con l’aiuto di Cyril Bondi (batteria, voce), a loro si sono aggregati Vincent Bertholet (basso)  leader dell’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp e Simone Aubert (synth, chitarra, voce) anche lei dell’Orchestre, a completare l’ensemble tre rifugiati provenienti da diversi Paesi africani, l’algerino Ali Bouchaki (darbouka, bendir, voce), il marocchino Anouar Baouna (guembri, krakeb, loutar, voce) e l’eritreo  Samuel Ades (krar, voce) che nel disco hanno portato le loro differenti culture e nei testi le loro drammatiche esperienze di vita.

Culture musicali che si incontrano

La genesi del disco è stata molto particolare. Infatti i musicisti occidentali hanno ideato le composizioni di base e su queste sono intervenuti con il canto e con i loro strumenti tradizionali i tre non europei. Il risultato è un mix vibrante e affascinante di influenze disparate, elettronica, trance, funk, gnawa, folk eritreo, psichedelia, rock, house, krautrock. Yalla Miku è un disco che guarda al futuro, ma con uno sguardo attento al passato. Del resto il nome della band unisce il termine arabo yalla “andiamo” con il giapponese miku “futuro”, siamo sulla linea di recenti esplorazioni retrofuturiste come quelle di Ammar 808, Acid Arab, Al Qasar. È l’augurio di un futuro in cui le culture si compenetrino senza snaturarsi e senza perdere il proprio prezioso bagaglio culturale che è ovviamente anche tradizione e sperimentazione musicale.

Cyril Yeterian spiega Yalla Miku

Yalla Miku onora questo incontro di culture attirando specificamente l’attenzione su quei punti di contrasto tra tradizioni, voci e strumenti diversi, creando una conversazione vivace e polifonica che dà a ogni musicista la libertà di improvvisare e raccontare la propria storia”. Così Cyril Yeterian presenta il disco. È il suono che nasce nei quartieri popolari della città svizzera  in cui l’incontro avviene fra pari, senza alcun tentativo di colonizzazione o appropriazione. Questa libertà si sente nella musica, ogni brano pulsa dei vari contributi, evolve, muta. Così possiamo sentire i synth battere house e poi improvvisamente il canto e il loutar berbero trasformare Premier du Matin in una sinuosa e sensuale melodia araba, o il folk eritreo di Hyper Tigre con il canto monocorde e il krar ipnotico di Samuel Ades diventare cambiando melodia e strumentazione un moderno e frenetico sound urbano.

L’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp si apre al mondo

Le canzoni mutano pelle come il singolo Asmazate che dalla trascinante trance est africana si trasforma in un canto gnawa con tanto di ululati berberi. In Tapis Volant un ipnotico andamento circolare accompagna il flauto e la narrazione delle peripezie affrontate da un giovane emigrante.

In Tortje il guembri accompagna la recitazione malinconica in francese di Yeterian accentuandone la forza evocativa, mentre Être Astre ha un ritmo sempre più incalzante, a qualcuno ha ricordato È Festa della PFM, e alterna il recitato al canto maghrebino fra il tambureggiare metallico delle percussioni. A chiudere Suiisse che ci fa apprezzare il carattere libero dell’arrangiamento nel quale tutti gli strumenti sono protagonisti nel creare un suono vulcanico, furioso fra distorsioni di chitarra e synth aspri. Il disco ricorda ovviamente nello stile l’Orchestre Tout Puissant sia pur declinata in una versione che guarda molto all’Africa e con una maggior tensione drammatica, ma mantenendo il senso del ritmo e soprattutto quell’aura di libertà creativa felicemente anarchica che tanto abbiamo apprezzato nell’ensemble svizzero.

Yalla Miku – Yalla Miku
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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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