Siamo in ritardo ma vale la pena di parlarne: Pusha-T – It’s Almost Dry.
I legislatori dello Stato della Californi hanno votato all’unanimità a favore di quella che sarebbe una legge unica nel suo genere, che limiterebbe l’uso delle canzoni dei rapper nelle cause giudiziarie, vista l’abitudine statunitense ormai frequente di accusare rapper per reati specifici (che magari sono reali), che in genere coinvolgono il possesso di armi e droga, e di portare fra le prove i testi delle loro canzoni. Pusha-T è uno che avrebbe ragione di stare bene attento, dal momento che ha costruito una carriera, prima con il fratello Gene nei Clipse, poi da solista, vantandosi proprio di quello. Ormai la vita da gangsta è alle spalle, ma ritorna nella sua musica come si ascolta anche nel suo ultimo It’s Almost Dry (GOOD / Def Jam) che a dire il vero tanto nuovo non è, ma che vale la pena recuperare perché merita.
La produzione di Pharrell e Ye
La carriera di Pusha-T bassi e alti, e It’s Almost Dry appartiene piuttosto ai secondi, complice una buona produzione. È sempre stato così per i suoi dischi: dove Kanye West è entrato pesantemente al suo fianco, tutto è andato bene, vedi My Name Is My Name e Daytona. Con Kanye in crisi per le ragioni ben note, subentra in molte tracce un ottimo Pharrell, già produttore di alcune fra le sue tracce migliori del passato, a partire da S.N.I.T.C.H.: diciamo che i due si dividono i compiti di produzione. Diciamo pure che sono disponibili due configurazioni alternative della tracklist: It’s Almost Dry: Ye vs. Pharrell sposta le sei tracce prodotte da Ye all’inizio e le sei tracce prodotte da Pharrell alla fine della tracklist, mentre It’s Almost Dry: Pharrell vs. Ye fa il contrario.
Brambleton
Miracoli e idiozie del digitale: meglio la versione originale, che comincia con la cupa Brambleton, nella quale torna a parlare di Anthony “Geezy” Gonzalez, ex partner ex manager ed ex amico, finito alle prese con una lunga sentenza di condanna, che ha parlato di Push in una lunga intervista con Vlad TV. Commenta nella canzone: “It was sad watching dude in Vlad interviews Really it’s ‘bout me, he channeled it through you Had a million answers, didn’t have a clue Why Michael kissed Fredo in Godfather II”. È fra i momenti migliori di It’s Almost Dry, uno di quelli in cui Pusha-T dà il meglio di sé come scrittore.
Neck & Wrist è un’altra eccellente produzione di Pharrell. Anche Kanye West non va male: Diet Coke è ottima, mentre su Dreamin’ of the Past, il sample di Jealous Guy nella versione interpretata da Donny Hathaway è ben scelto ma usato in modo un po’ invadente.
Il giudizio
Certo, a parte lì dove affronta i momenti più personali, come in Brambleton, il Pusha-T di It’s Almost Dry e del 2022 rappa delle stesse cose di vent’anni fa. Il tono è credibile, il wordplay di buon livello, ma sappiamo che sta parlando semplicemente del suo passato e che forse, di questo presente, non ha poi molto da dire. È un peccato perché, fra produzione e stile, It’s Almost Dry è decisamente un gran disco al quale manca giusto un tassello per essere considerato fra i suoi migliori.
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