Robert Forster - The Candle And The Flame

The Candle And The Flame: il difficile, struggente ottavo album solista di Robert Forster.

Quando un disco suscita un tourbillon di emozioni difficili da riordinare vuol dire che quel disco è controverso oppure è debordante di cose, situazioni, storie. Nel caso di The Candle and the Flame (Tapete Records) di Robert Forster vale la seconda opzione.

Per raccontare questo ottavo lavoro del musicista australiano si potrebbe inizialmente fingere di essere all’oscuro delle circostanze in cui è stato elaborato. Così facendo The Candle and the Flame suona fresco, vitale, coinvolgente, grazie anche a una registrazione che pare in presa diretta. Forster scrive al solito benissimo con il suo stile fatto di ben controllato pathos, il figliolo Louis (alt-rocker con i Goon Sax) sfodera una chitarra elettrica secca ed efficace, la moglie Karin Bäumler ci mette controcanti perfetti e  amici di vecchia data come Adele Pickvance (*) o il tecnico del suono Victor Van Vugt danno i tocchi giusti all’architettura sonora.

Se ci si fermasse qui si avrebbe la miglior opera solista del musicista australiano, in più punti non lontana dai vertici raggiunti da Forster insieme al compianto  Grant McLennan nei Go-Betweens. Non è poco, ma c’è di più.

La genesi e, soprattutto. la complessa elaborazione di The Candle And The Flame

La quasi urticante (e insolita per i modi eleganti dell’autore) canzone d’apertura del disco, She’s A Fighter,  ha un testo brevissimo, più volte ripetuto: “Lei è una combattente/ E combatte senza posa”. “Lei” l’abbiamo nominata poco fa ed è Karin, compagna di Forster da oltre 30 anni, mentre il combattimento è quello contro il tumore ovarico diagnosticatole prima di cominciare la registrazione del disco.

In un’intervista a Uncut Forster ha spiegato che si tratta dell’unica canzone scritta dopo l’infausta diagnosi, mentre tutto il resto del materiale, incluse la bellissima dichiarazione d’amore per Karin Tender Years e la cupamente presciente It’s Only Poison, risale a epoca precedente. Tuttavia provare i pezzi in versione domestica è servito a Karin a superare i momenti più difficili della chemioterapia e del periodo di recupero (che pare avere avuto esito felice). E lo spiega bene proprio il videoclip di She’s A Fighter, visibile più sopra.

Potrebbe essere una nostra costruzione a posteriori, però è indiscutibile che nel risultato finale di The Candle and the Flame si percepisce qualcosa che va oltre la musica, un’idea di positività a dispetto della difficoltà che aiuta anche noi a stare meglio, a mettere le cose in prospettiva. Non a caso la penultima canzone, There’s a Reason to Live, dice che una ragione per vivere si può trovare persino in un biglietto di concerto recuperato dopo anni nella tasca di una giacca. E se, arrivati a questo punto dell’ascolto ci sentiamo coinvolti come raramente accade, anche stavolta c’è di più e il di più arriva con il brano conclusivo.

Quell’ultima canzone…

È probabile che The Candle and the Flame, già prima del triste evento che gli ha dato ulteriore pregnanza, fosse stato pensato come una meditazione su arte e vita e sul loro inestricabile intrecciarsi. When I Was a Young Man parla proprio di questo e cita due volte due “fratelli maggiori”. Ecco i primi: “Uno si chiamava David e l’altro era Lou/ Mi fecero vedere cosa potevo fare/ David e Lou”.  E così, sentendo menzionare Bowie e Reed, ci si comincia a emozionare. Poi c’è il verso che chiude canzone e album: “Arrivarono altri fratelli maggiori/ Ci fu un nuovo David e ci fu Tom/ Mi stregarono per il guardaroba e  le canzoni/ Quando io ero un giovane uomo/ Quando io ero un giovane uomo”. Non è difficile immaginare che il primo sia David Byrne, mentre il secondo è di sicuro Tom Verlaine che ci ha lasciato da così poco tempo. A questo punto il groppo alla gola è davvero forte eppure bellissimo. Grazie Robert e forza Karin.

(*) Bello il suo disco molto go-betweensiano a nome Adele & Glenn inciso nel 2007 insieme a Glenn Thompson, Carrington Street.

Robert Forster - The Candle And The Flame
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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