Róisín Murphy – Hit Parade

Un disco da Hit Parade per Róisín Murphy.

“Ti farò finire nella Hit Parade, ti manderò a Top Of The Pops” disse ironicamente DJ Koze a Róisín Murphy mentre stavano lavorando all’ultimo album dell’artista irlandese: promessa mantenuta dal momento che Hit Parade (Ninja Tune) ha debuttato direttamente al quinto posto della classifica d’oltremanica diventando, al momento, il più grande successo della camaleontica ex metà dei Moloko.

La collaborazione con DJ Koze

Róisín Murphy torna con un disco esplosivo che arriva a tre anni di distanza dal fortunato Róisín Machine. L’uscita di Hit Parade, e il relativo hype, sono alimentati da una serie di travisamenti che contribuiranno ad aumentarne oltremodo la risonanza. Il nome di Róisín Murphy si fa strada sui titoli della stampa internazionale per una serie di sue dichiarazioni, che con la musica non c’entrano nulla, sull’uso dei bloccanti ormonali utilizzati dalle persone trans. Ora, con tutto il rispetto per le opinioni della nostra, possiamo anche farne a meno? A quanto pare no, ma in questa sede se ne farà a meno. Altro malinteso, stavolta più pertinente: Róisín Murphy è acclamata come l’indiscussa regina dalla disco/dance-floor. Anche questo appellativo stride un pochino o suona quanto meno riduttivo dopo un primo approfondimento dell’album in questione.

Róisín Murphy – Hit Parade: oltre il pop

Hit Parade non è un disco pop. Questa affermazione potrebbe risultare blasfema alla luce di quanto scritto dalla stampa più autorevole. Eppure Hit Parade è molto di più di un buon disco pop e Róisín Murphy è un personaggio decisamente più articolato, nel bene e nel male, di un’ennesima “reginetta della disco”. La produzione di DJ Koze (Gorillaz, Caribou, Underworlds) e la forza visionaria di Róisín Murphy realizzano un affresco coraggioso e meravigliosamente esagerato che, partendo da ambiti ben noti, ne esaspera le tinte in un’ottica decisamente innovativa. Tra Bedtime Stories e Sign ‘o’ the Times, un po’ Prince e un po’ Madonna, l’ultima fatica di Róisín Murphy è un’ampia quanto azzeccata combinazione di generi che spaziano tra soul, funky, disco, fino alla deep house.

Le canzoni di Hit Parade

Si parte con un vero party soul-funky-noisy, e sulle note di CooCool e The Universe, (due dei cinque singoli) l’accoppiata Murphy/Koze gioca le prime carte vincenti di un disco che intriga e confonde nella sua originalità non immediatamente comprensibile.

Si prosegue nello stesso ambito fino a Fader, qui il ritmo rallenta in un brano che, oltre a essere un inno alla gioia, è anche un omaggio alla disco music delle origini contaminata da un groove soul anni ’70. Arrivati a metà Róisín Murphy cambia registro e indossa lustrini e pailettes per buttarsi in una lunga suite dance che raggiunge l’apice in Free Will e You Knew. Ci avviamo verso un pacato quanto raffinato finale assegnato a Two Ways e Eureka, ma prima godiamoci Can’t Replicate, il momento più immediato di Hit Parade, un brano pilastro e un omaggio ai classici della trance-house. Questa è “la Hit Parade” e per parafrasare una cover di Lucio Battisti (Ancora Tu) che Róisín Murphy ha inciso nel 2008, sorge spontanea una considerazione: “lasciarti non è possibile”.

Róisín Murphy – Hit Parade
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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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