Deafman Glance e la (quasi) maturità di Ryley Walker.

Equilibrio e maturità, sono queste le prime parole che saltano in mente all’ascolto del nuovo disco di Ryley Walker. Il cantautore e chitarrista di Chicago si è finalmente liberato dell’irruenza un po’ irritante (almeno per chi scrive) dei primi dischi, trovando una strada più personale, senza peraltro tradire le sue fonti ispiratrici.
Nel lavoro della prima affermazione “di culto”, Primrose Green, c’era una certa predisposizione al virtuosismo fine a se stesso e alla sghemba citazione dei grandi ispiratori, come Bert Jansch e i suoi Pentangle o il John Martyn più sperimentale. Inoltre la fusione del folk-rock con il jazz ardito e complesso della scena odierna di Chicago non sempre funzionava a dovere. Più o meno gli stessi problemi mostrava anche il successivo Golden Sings That Have Been Sung.
Deafman Glance è più fluido rispetto ai dischi precedenti
Con Deafman Glance, Walker trova una via più limpida e comunicativa che può portarlo lontano; in fondo il ragazzo ha appena ventott’anni e solo (oppure: già) cinque dischi all’attivo, se contiamo anche Land Of Plenty, in duo con Bill MacKay. Le canzoni di questo disco suonano quindi più pensate e compiute portando alla luce ulteriori influenze. Curiose e inaspettate, per esempio, le progressioni vagamente crimsoniane che fanno capolino in 22 Days e in Can’t Ask Why. Nell’iniziale In Castle Dome, sembra invece di riconoscere l’incedere malinconico del Beck di Sea Changes o Morning Phase. Meno evidente, ma degno di nota, il parallelo con il David Crosby più rilassato, anche se la voce di Walker non è certo paragonabile a quella del baffuto songwriter.
Il talento sempre più maturo di Ryley Walker
Dopo aver elencato le influenze dei maestri, che l’orecchio dell’anziano recensore coglie magari con maggiore facilità, bisogna ammettere che del ragazzone di Chicago si invidia sia il talento come musicista che la precoce frequentazione con le musiche che ci rimbalzano in testa da una vita. La meta è comunque vicina, il prossimo disco, sicuramente, assomiglierà solo ad un disco di Ryley Walker, e sarà pure migliore di questo…
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