UK Grim ennesima testimonianza della vetriolica arte degli Sleaford Mods.
Non so praticamente nulla degli Sleaford Mods; mi è capitato qualche settimana fa di vedere su youtube il video di Dirty Rat insieme agli Orbital ed è stato colpo di fulmine.
Distantissimi dalle cose che ascolto di solito, ora non posso che inserirli nella mia playlist. Ci devono stare obbligatoriamente almeno 1 volta al giorno, con qualsiasi pezzo capiti, meglio se nei momenti peggiori della giornata.
Sono andata a leggere qualcosa di loro, per capire meglio chi sono e l’amore è confermato, non ho dubbi. Nascono nel 2007 e dal 2012 gli Sleaford Mods sono la voce di Jason Williamson e le ‘musiche’ di Andrew Fearn. La svolta della loro carriera è arrivata nel 2017, con l’uscita di English Tapas e il primo tour nel Nord America. La loro musica è stata descritta anche così: “electronic munt minimalist punk-hop rants for the working class”. UK Grim (Rough Trade) è il loro dodicesimo disco.
L’impatto di UK Grim
In UK Grim le basi sono super minimal, pochi suoni, elettronici, reiterati, ma, in qualche pezzo, con tessiture musicali e vocali interessanti; alcuni momenti risultano ostici, anche se ci si mette di impegno ed è proprio per questo non ce la fai a mollarli e passare al pezzo dopo; arrivi fino alla fine e il tuo orecchio diventa nettamente al vetriolo, mentre ti muovi per la stanza in cui sei e stai, anche al ritmo costante.
In alcune songs le basi si ammorbidiscono un pochino, diventano più fluide, orecchiabili, l’ultimo pezzo Rhytms of Class è quasi dance. Ti trovi a canticchiare qualche riff, magari un pezzo di basso o un panegirico vocale. La voce di Williamson è sporca al punto giusto, graffiante e perfetta su queste basi assolutamente folli; solo dei favolosi pazzi possono fare musica così.
I testi sono spesso provocatori, sboccati, irriverenti, finalmente politically incorrect, e ce n’è davvero un gran bisogno in questo panorama musicale generalmente appiattito, in cui molte cose non si dicono perché è meglio di no. Invece questi due se ne sbattono altamente, vanno dritti per la loro strada, piaccia o no. Società capitalista, disoccupazione, il logorio della vita moderna e del lavoro, uno spoken rappato fitto, qualche volta claustrofobico, però magistrale e perfetto nel suo slang difficile da seguire, ma va bene così.
Grandissima energia, non si può non sentirla, prendere o lasciare, senza compromessi.
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