altin gun

In Aşk gli Altin Gün si ritrovano finalmente tutti insieme in studio e il risultato è entusiasmante.

Sprizza energia e adrenalina da tutti i pori il nuovo album dei “turchi” olandesi Altin Gün, finalmente tornati a suonare tutti insieme in studio, dopo la parentesi elettro pop dei due album precedenti Yol e Alem registrati forzatamente distanziati a causa della pandemia. Aşk (Glitterbeat Records) cattura pienamente la straordinaria forza espressiva delle loro folgoranti esibizioni dal vivo, certamente uno dei migliori live act oggi in circolazione, e si ricollega così alle loro prime due pubblicazioni, On e Gece. Ascoltando Aşk si percepisce a pelle una band in pieno fervore creativo che si diverte a suonare e che questa gioia riesce a comunicare a chi ascolta. Loro sono spontanei e felici e noi lo siamo con loro, e questo è una sensazione che, in tempi così bui, fa proprio piacere e riscalda il cuore.

Gli Altin Gün fra tradizione popolare e autorialità

Aşk è una parola turca che indica il sentimento forte e assoluto dell’amore ed è al centro della poesia e della canzone tradizionale turca nelle quali il tema della sofferenza amorosa e dell’amore impossibile imperversano. A questo filone gli Altin Gün si rifanno rileggendo sette brani della tradizione popolare dei quali non si conoscono nemmeno gli autori, ma sono stati interpretati nel corso degli anni da numerosi musicisti anatolici, anche se mai in chiave di pop psichedelico come fanno i Nostri. Di altri tre brani si conoscono invece gli autori, fra cui il singolo Leylim Ley scritto da Sabahattin Ali e musicata da Zulfu Livaneli, quest’ultimo un importante scrittore e musicista vivente, ma anche attivista politico del quale ci permettiamo di segnalare il bel romanzo La casa di Leyla, appena pubblicato in Italia.

Il repertorio di Aşk

Badi Sabah Olmadan apre il disco fra un basso pulsante ipnotico sul quale chitarra, saz, tastiere e synth disegnano onde psichedeliche e la voce di Erdinç Ecevit è meravigliosa nel donare pathos e pennellate malinconiche sul funk sferragliante del brano. Il ritmo rimane alto in Su Sızıyor, brano in cui si sono esibiti molti virtuosi del saz; qui quello elettrificato di Ecevit è straordinario così come l’interpretazione vocale di Merve Dasdemir che riesce a trasportare un classico della canzone d’amore in una moderna atmosfera psichedelica e ipnotica. In Leylim Ley il saz elettrificato di Ecevit regala un assolo da brividi. Seguono l’evocativa Dere Geliyor con una suggestiva steel guitar, Çıt Çıt Çedene, altra canzone popolare (cantata anche da Bariş Manço nell’album Hal Hal), dal ritmo sincopato con le tastiere a brillare luminose e la fiammeggiante Rakuya Su Katamam. La frenetica Kalk Gidelim, la melodica e introspettiva Guzelligin On Para Etmez e i synth dello space rock di Doktor Civanım chiudono un disco che brilla di emozione e palpita di groove.

La musica turca è davvero una miniera ricchissima e straordinaria che gli Altin Gün scavano con passione e competenza per trarne ispirazione e che riescono a far rivivere in una chiave contemporanea e personale, sperimentando sonorità e arrangiamenti in cui passato e presente si fondono e in cui convivono strumenti tradizionali e moderni. Vecchie canzoni rivivono così in versioni inedite grazie ai groove trascinanti che li riportano a nuova vita e ad arrangiamenti rivestiti di psichedelia, funk, dance, elettronica. Ci si potrebbe chiedere quale sarà il futuro della band che inizialmente era pensata quale progetto estemporaneo, per poi affermarsi sempre più come una delle migliori realtà della psichedelia contemporanea giunta a sfornare ben cinque titoli in cinque anni. Un indizio ce lo offre Ecevit che, in un’intervista al sito turco Dergy.com, ha dichiarato di sentirsi innanzitutto un cantautore e di aver già scritto due brani nello stile della band per il sesto album che registreranno a maggio. Credo che per fortuna continueremo a sentir parlare degli Altin Gün a lungo.

Altin Gün – Aşk
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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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