Soft Cell - *Happiness Not Included

Lungamente atteso dai fan, esce Soft Cell – *Happiness Not Included

*Happiness Not Included lo aspettavo da quando i Soft Cell lo hanno annunciato, direi circa 6 mesi fa; sarebbe dovuto uscire solido ovvero vinile e/o cd il 25 febbraio ma la data è invece slittata al 6 maggio…. Sempre per mia fortuna tutte le aspettative riposte sono state ampiamente ripagate: questo che, a tutti gli effetti è solo il 5° album del duo di Leeds esploso nel 1981, si colloca con assoluta coerenza e coesione nel loro percorso nonostante esca a circa vent’anni dall’ultimo Cruelty Without Beauty. Il Tour pre-covid, che li ha visti riuniti per autocelebrarsi, deve essere stato foriero di nuovi stimoli elettivi e creativi al punto che Marc e Dave hanno deciso di riunire di nuovo il duo e ricicciare fuori il celebre moniker per mettersi a lavoro ma, sapendo tutti quel che è accaduto, la formula ha dovuto subire una mutazione operativa.

Le due anime del disco

Alla fine *Happiness Not Included (BMG) è prodotto nel pieno rispetto dello zeitgeist Soft Cell: Marc Almond scrive testi e incide voce e Ball scrive musiche e incide synth però entrambi a distanza di assoluta sicurezza… E se si poteva pensare che questa che è stata modalità produttiva anche per altri artisti in questo periodo storico, devo ammettere che qui la differenza tra presenza e distanza non si fa così tanto sentire. Inoltre, la reciproca composizione ben si divide in due filoni che attraversano l’album, uno più prettamente techno-pop danzereccio proprio della carriera Grid di Ball e l’altro tipico atteggiamento da crooner di Almond, elemento che si coglie soprattutto nella composizione dei testi, più esigui i ballabili, più dolorosi quelli da penombra.

In diverse canzoni il gioco dell’autocitazione si fa talmente piacione che non puoi non amarli. Echi dai suoni del primo seminale album (Polaroid), richiami a celluloide e John Barry (*Happiness Not Included, Tranquiliser), il buon vecchio Northern Soul (I’m Not A Friend Of God) e qualche lacrimuccia che spunta tra una malinconia del passato, l’incubo del presente e l’incertezza del futuro.

 

Preceduto dai singoli Heart Like Chernobyl, e viene oggi la pelle d’oca ad ascoltarla, specie per il testo, e Bruises On My Illusion che richiama il corpo ad un sano movimento, *Happiness Not Included segna quindi un ulteriore passo avanti per questi due signori ormai over 60 che ancora tanto hanno da dare, e si spera, daranno alla musica un po’ più che pop.

La discussa collaborazione con i Pet Shop Boys

Putroppo, l’uscita è stata funestata (musicalmente parlando) dall’apparizione di Purple Zone in coppia con i Pet Shop Boys e questa accoppiata, unita ad un video non proprio felicissimo, ha suscitato qualche critica pure troppo pesante, cosa che stranamente però non avvenne quando Bowie medesimo duetto con i Pet in Hallo Spaceboy (a proposito, è il titolo della nuova serie tv su “L’uomo che cadde sulla terra”, altro non aggiungo). Peccato perché avendo la possibilità di ascoltare la versione che sarebbe dovuta apparire sull’album e che è stata repentinamente sostituita con questa, filologicamente la “Purple Zone” solo Soft Cell era senz’altro più integrata nel contesto generale.

Uh, mi pare di aver detto tutto. Comunque disco che cresce agli ascolti, per nulla scontato e che non piacerà ai malcontenti perché diverso dalle prime cose o perché uguale alle prime cose…That’s life.

Soft Cell - *Happiness Not Included
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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