Tacabanda - e continuo a cercareRadici Music Records

Il ritorno, dopo oltre 15 anni, dei Tacabanda.

Tacabanda - e continuo a cercare
Radici Music Records

È impossibile non voler bene ai Tacabanda che si riformano dopo oltre 15 anni di silenzio. Impossibile perché  tanta dedizione alla musica in un’epoca in cui la musica è meno centrale rispetto ai felici (più o meno) anni ’90 è già da sola motivo d’affetto. Erano i tempi dei Mau Mau, dei Pitura Freska, della Bandabardò, dei primi Modena City Ramblers e di un piacevole calderone di folk, rock, punk e reggae in cui anche i Tacabanda hanno aggiunto i loro ingredienti, in particolare il ritratto di una Venezia dei veneziani e non solo dei turisti.

Subito dopo la prima mozione di sentimenti subentra però qualche preoccupazione. È spesso capitato in storie simili, anche del passato recente, che l’affetto finisca presto, magari dopo pochi minuti di un disco senza troppe motivazioni o senza troppe novità.

Per fortuna ciò non avviene nel caso di e continuo a cercare…, un titolo che è già encomiabile dichiarazione d’intenti. Il gruppo di Roberto Gandolfo e Totò De Conciliis ha scelto di ripartire secondo una modalità insolita: un  EP che raccoglie cinque brani usciti nel corso degli ultimi mesi tutti con un video di accompagnamento.

Il perché della rinascita dei Tacabanda

“Ripartire era chiudere una ferita,” ha spiegato Gandolfo in un’intervista pubblicata da Tomtomrock giusto un anno fa. Ora, se ferita c’era, non che si percepisca troppo dall’ascolto di e continuo a cercare…, lavoro  che parte bello tonico fin dal titolo del primo pezzo. L’urlo è una dichiarazione d’intenti e, soprattutto, di vita: “Un fremito mi assale sento forte pulsare il sangue dentro”. Il gruppo la descrive come “un mix fra ska e surf”, ma dentro si percepisce anche l’asprezza desertica dei Thin White Rope e tutto l’insieme è un sentire che solleva il morale.

 

Il resto dell’EP scorre secondo un’ottica che potremmo descrivere come gioiosa tensione: i suoni sono più autoriali in Un gran brutto film e più ‘cinefili’ in Brivido, per arrivare al finale ballabile-fluviale (“dal Delta del Mississippi alle barene della laguna veneta”) di Muoviti muoviti.

Se risulta evidente come i Tacabanda siano in fase di riattivazione dei muscoli sonici è altrettanto evidente come questi muscoli già rispondano bene alle sollecitazione creative. Peccato che un gruppo che ha sempre fatto dell’immediatezza la sua carta vincente  non possa (come tutti d’altronde) suonare dal vivo. Quando la situazione cambierà saremo davvero nella fase due dei Tacabanda e questo ritorno-ricerca entrerà in una dimensione tutta sua.

I Tacabanda e Alberto D’Amico

Resta da parlare di una canzone, l’unica già edita del lavoro. S’intitola Ariva i barbari e fu scritta da Alberto D’Amico del Canzoniere Popolare Veneto nel 1973. Un paio d’anni fa i Tacabanda l’hanno  ripresa, attualizzata con un paio di strofe nuove (adesso i barbari scendono dalle navi da crociera…) e reincisa con la partecipazione proprio di D’Amico. Il risultato è un gradevolissimo mix di  “tradizione” vecchia e nuova, di folk italiano e Caraibi.

 

Triste adesso dover spiegare che Alberto D’Amico è scomparso il 19 giugno scorso all’età di 77 anni. Bello poter aggiungere che i Tacabanda si stanno impegnando nell’impresa di portare avanti il ricordo di questa figura tanto significativa. Il progetto è appena partito e le modalità sono ancora da definire, ma di sicuro anche questo rappresenterà un bel passo avanti nel nuovo mondo della band e del suo “rock d’autore a Venezia”.

Tacabanda - e continuo a cercare...
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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