L’Endless Arcade dei Teenage Fanclub incontra un momento un po’ problematico.
Sono tornati i Teenage Fanclub e, proprio come l’ultima volta che ne abbiamo parlato qui, molti anni sono passati dal disco precedente. Here era uscito nel 2016, con ottime recensioni della critica. Nel 2018 uno dei tre leader, il compositore e vocalist Gerald Love, ha abbandonato la formazione lamentando lo stress dei lunghi tour. Naturalmente all’epoca era totalmente ignaro della situazione drammatica e senza musica dal vivo in cui ci troviamo ora. L’ingaggio di Euros Childs (leader dei defunti Gorky’s Zygotic Minci) non è propriamente una sostituzione, piuttosto un collante, a base di tastiere, per l’impasto sonoro della band.
La parca produzione discografica dei Teenage Fanclub
Nella loro storia ormai più che trentennale i Teenage Fanclub hanno prodotto solo una dozzina di dischi, tutti di qualità generalmente alta. I picchi del passato sono probabilmente irraggiungibili (parlo di Bandwagonesque, Songs From Northern Britain e il già citato Here). L’assenza di Love da quello che era un consolidato trio compositivo sbilancia Endless Arcade più del previsto, togliendo un peso importante nel confronto artistico interno alla band. Detto questo, si può comunque contare, ancora una volta, sulle fresche melodie pop e i refrain cantabili che sono il tratto caratteristico del gruppo scozzese.
Come se la cavano i Teenage Fanclub di Endless Arcade senza Gerald Love?
I dodici brani di Endless Arcade sono rigidamente divisi a metà: sei di Norman Blake e sei di Raymond McGinley, in piena alternanza democratica. Il primo sembra possedere, al momento, la migliore ispirazione firmando, con Home e The Sun Won’t Shine On Me i momenti più belli del disco. Le due canzoni sono indebitate con la musica e le atmosfere sixties dei Byrds ,una piacevole consuetudine per Blake, molto rogermcguinnico anche nella voce. Da parte di McGinley, invece, un lavoro a corrente alternata, tra spunti beatlesiani e una scrittura maggiormente introspettiva e malinconica che condiziona un po’ la tracklist. Come prima accennavo, la coppia rimasta alla guida del gruppo sembra patire oltremodo, specie in termini di varietà d’ispirazione, la defezione di Gerald Love. Forse le immobili statue della copertina rappresentano bene il momento di stallo dei Teenage Fanclub, un gruppo che comunque si fa apprezzare anche quando, come qui, non tocca l’eccellenza ma muove piacevolmente all’ascolto.
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