The Damned - Darkadelic

Darkadelic è una summa della carriera dei The Damned.

Mi sono espresso altrove dicendo che i primi tre singoli emessi da questo nuovo album dei The Damned, Darkadelic (EAR MUSIC), che segue l’enorme Evil Spirits del 2018, glorificato tra l’altro dalla produzione di Tony Visconti, latitavano al mio ascolto dell’esser canzoni indulgendo su attitudine e caciara, ma siccome sto belin di disco lo aspettavo da un pezzo faccio parziale ammenda e men vo a dare opinione.

C’è da dire comunque che dal 2018 la band non è propriamente stata con le mani in mano realizzando un godibilissimo EP, una doppia antologia e un live con tanto di blu ray, ultima esibizione del dimissionario Pinch, drummer monstrum, che già qui ebbi modo di trattare, oltre ad avere ricostituito per alcune date la formazione originale e souldouttando ovunque.

La copertina nasconde bene le virtù di The Damned – Darkadelic

Spoiler: Darkadelic ha il solo difetto di avere una copertina tremenda, pare fatta da uno bravo a smanettare con photoshop, oggi che si piccane di usare l’IA pure per farsi i biglietti da visita. Tuttavia, l’orrore può almeno vantarsi di contenere un lavoro che, pur non presentando rivoluzioni copernicane, consolida e conferma la capacità della band di surfare sui generi che da sempre l’hanno contraddistinta e dopo 43 anni non è cosa da poco.

Alcuni suoni sono riconducibili al periodo Black Album o Strawberry per le loro suggestioni fortemente psichedeliche, ma anche a quell’operina misconosciuta titolata Give Daddy The Knife Cindy dove i nostri, con una delle loro tante formazioni con o senza Sensible, realizzarono, sotto il nome di Naz Nomad and The Nightmares, una colonna sonora per un film immaginario in stile fuzz, di cui consiglio il recupero ai distratti.

Le canzoni del disco

Darkadelic apre con la nota The Invisible Man, Vanian al suo meglio gigioneggia e Sensible schitarrazz,a ma è già con Bad Weather Girl la prima sorpresa, a cantare è il clown punk e il pezzo ha suggestioni sixties grazie anche al lavoro di tastiere di Oxymoron gradevolissime e ultracatchy. You’re Gonna Realise, paradossalmente, si gode meglio senza guardare il video ma pare un filler per testare le varie intonazioni vocali. Beware Of The Clown, con il suo messaggio “velatamente” politico, diventerà un classico live e introduce Western Promise, curiosamente pulitissima ed essenziale nella strumentazione, una ballad quasi post quelchevipare.

Wake the Dead, grande spolvero di cori laici che comunque ammantano in generale tutto il disco, si propone come una gran cavalcata che i Mission avrebbero gradito fare. Follow Me mette nuovamente in gioco la time machine, quasi un voodoo jive che sfocia in un ritornello alla Paul Revere, la Sharon Tate di Tarantino la sta già ballando. Motorcycle Man guarda sia a Lemmy che alle feste in Carnaby Street. Oxymoron firma il mood motorheadico con contrappunti di psycharp per un risultato tra i più frenzy del lotto. Girl I’ll Stop At Nothing, gran tiro ma d’altra parte furono tra i primi a fare robe speed e quindi gloria alla paternità che lascia breathless.

Leader Of The Gang (No relation con il notorio Glitter) è uno psychobilly addomesticato, un peana al tempo che fu, si sente che qualcuno ha nostalgia però si sta bene. From Your Lips ci immerge di nuovo in gelatine colorate, funghetti e persino un po’ di Manzarek, piacerà ballicchiarla con le movenze delle due coriste dei Cult. La conclusione è affidata a Roderick, e se qualcuno non sa a chi si riferisce il titolo o si rilegga Poe o si guardi i film di Corman: classicone dark lento che richiama i fasti di Curtain Call senza le ingenue prolissità dell’epoca,  morriconiana e walkeriana al tempo stesso.

Dannati, mi hanno fregato di nuovo.

The Damned - Darkadelic
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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