The Last Dinner Party: cinque ragazze e il loro (molto atteso) primo album: Prelude To Ecstasy.
In un mercato alla ricerca di nuovi nomi, il singolo Nothing Matters, uscito lo scorso anno, aveva già fatto parlare di The Last Dinner Party come della speranza per la scena indie-rock britannica, il che probabilmente spiega come mai Prelude To Ecstasy stia trovando così tanti consensi.
The Last Dinner Party sono cinque ragazze: Abigail Morris (voce), Lizzie Mayland (voce, chitarra), Emily Roberts (chitarra solista, polistrumentista), Georgia Davies (basso) e Aurora Nishevci (tastiere, voce). Rebekah Rayner le accompagna nelle esibizioni dal vivo alla batteria, pur non facendo parte della band. Per quanto ne sappiamo, si sono formate molto di recente, facendo esperienza dal vivo, nonostante le difficoltà legate al covid, a partire dal 2020.
Prelude To Ecstasy, un prodotto molto curato
Alla luce di questo ci si attenderebbe un prodotto grezzo e immediato, mentre Prelude To Ecstasy è esattamente il contrario. La Island che ha messo sotto contratto la band non ha lesinato: James Ford (Arctic Monkeys, Depeche Mode e Blur fra gli altri) alla produzione, un’orchestra in sala di registrazione, qualche aiuto nella scrittura (Rhys Downing, soprattutto) e ancor prima un set come opening act per i Rolling Stones a Hyde Park nel luglio 2022 e un contratto con un’importante compagnia di management prima di pubblicare anche una sola canzone. Sia chiaro, di per sé non c’è nulla di male in tutto questo: le case discografiche hanno sempre avuto un ruolo simile, e quel che conta è il risultato.
Senonché, l’ascolto di Prelude To Ecstasy giustifica solo parzialmete l’entusiasmo per The Last Dinner Party. Intanto, Nothing Matters rimane il brano di gran lunga migliore, con il suo pop melodico e immediato, molto tradizionale e aggiornato giusto nel linguaggio (And you can hold me like he held her / And I will fuck you like nothing matters). Caesar on a TV Screen, ugualmente ascoltata lo scorso anno, è un altro dei momenti più significativi, alternando pause sognanti e crescendo.
Le fonti d’ispirazione e il risultato finale
I riferimenti della band vanno dai Queen (Caesar on a TV Screen) per le atmosfere barocche, ai Depeche Mode per qualche coretto very ‘80s (in Burn Alive), a Lana Del Rey (Portrait of a Dead Girl), persino agli Abba (l’attacco di Sinner), ma senza averne la genialità, sia chiaro. The Feminine Urge varia fra un attacco anni ’60 e una costruzione radiofonica piuttosto riuscita ed è un altro fra i momenti più gradevoli.
Se l’insieme del disco risulta un po’ pesante da digerire e se a tratti le ambizioni non sono sostenute da una scrittura di altissimo livello, Prelude To Ecstasy ha i suoi momenti e The Last Dinner Party centrano l’obiettivo di richiamare un senso di nostalgia che abilmente lavora a tanti livelli. Tutto è già sentito, però i rimandi sono infiniti e ce n’è un po’ per tutti.
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