Wyndow: un duo tra folk e sperimentazione con Robert Wyatt a ispirare.
Nel nome di Robert Wyatt nasce il debutto delle Wyndow (Summer Critics) duo formato dall’ex Trembling Bells Lavinia Blackwall, che parallelamente sta sviluppando una splendida carriera solista, e dall’eclettica musicista indie Laura J Martin. Dopo aver lavorato alla realizzazione della cover di Free Will and Testament, sono stati le riflessioni e gli spunti dati dal testo e dalla musica di Wyatt ad aver guidato e ispirato l’intero album. Il disco ruota infatti intorno al tema della conoscenza e del nostro essere nel mondo e in rapporto con gli altri. Come ha detto la Martin: «Le nostre sono melodie per sbalorditi, per inquieti che sollevano pesi nella palestra delle preoccupazioni, dove sentirsi a disagio non è mai stato così facile». Musicalmente l’influenza di Wyatt si percepisce sia nell’approccio leggero, patafisico che nell’attitudine a creare arrangiamenti dove brani fondamentalmente folk sono arricchiti da elementi jazz, minimalisti, indie, psichedelici.
Come nasce la collaborazione chiamata Wyndow
Come spesso è accaduto in questi due ultimi anni, la collaborazione artistica si è svolta attraverso lo scambio di file e non in un tradizionale studio di registrazione. Un’incessante andirivieni di piccoli frammenti e di loop ha caratterizzato la lavorazione favorendo un approccio minimalista negli arrangiamenti. Oltre a Blackwall e Martin, all’album hanno collaborato il pluristrumentista Marco Rea e Iwan Morgan che lo ha prodotto e registrato. L’incontro fra due personalità diverse, Blackwall dedita a un folk ispirato a band come Fairport Convention e Incredible String Band, Martin a un indie non privo di spigolosità, ha trovato splendida e armoniosa sintesi grazie anche al lavoro di produzione e registrazione.
Cosa si ascolta nel disco di Lavinia Blackwall e Laura J Martin
Se la cover di Free Will and Testament convince pienamente con le deliziose voci delle due cantanti che assumono un tono infantile e un arrangiamento che sembra fare il verso a strumenti giocattolo, dando una lettura tanto intensa quanto sbarazzina del capolavoro di Wyatt, anche la canzoni originali conquistano e affascinano. Già l’iniziale Never Alone è un piccolo capolavoro di equilibrio fra elettronica, fiati, chitarre e voci che creano un’atmosfera di delicata e commovente complicità. Seguono l’ipnotico gioco di bordone del piano di All Cameras Gone, ottimo per raccontare la malinconia di un proiezionista al suo ultimo giorno di lavoro, e il folk ammaliante e carico di pathos (da sempre caro a Blackwall) di Third Tea of the Day. In Two Strong Legs, intima e confidenziale, è la voce acuta della Martin a condurre le danze sul fluire delle note del piano, mentre Take My Picture insinua atmosfere fiabesche col flauto in evidenza e Tidal Range immerge il suo canto pastorale in un arrangiamento in stile kraut ispirato agli LA Düsseldorf.
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