Gli Xiu Xiu di Ignore Grief scendono negli abissi dell’umana sofferenza
Impossibile ignorare l’orrore, il dolore; dobbiamo invece conoscerlo, farne in qualche modo esperienza e un modo è anche quello di avvicinarvisi attraverso l’arte, la musica. È una discesa negli inferi e nell’abisso della sofferenza umana quello che, con la sigla Xiu Xiu, Jamie Stewart intraprende insieme ad Angela Seo e al batterista David Kendrick. Dieci canzoni, dieci storie di abusi, torture, violenze, suicidi, corpi venduti e martoriati. Metà di questi sconvolgenti avvenimenti sono avvenuti realmente, l’altra metà sono invece immaginari, almeno così dichiara Stewart, ma per noi che ascoltiamo non fa davvero alcuna differenza.
Lo spunto creativo di Ignore Grief
Ignore Grief (Rough Trade) è ispirato alle “teen tragedy songs”, sottogenere del r’n’r con al centro drammi adolescenziali, in voga sul finire degli anni Cinquanta. Ma allora rappresentava una forma estrema di ribellione al mondo degli adulti che evocava tragedie come quella di James Dean o Sam Cooke, mentre qui rimane solo l’angoscia, la sofferenza delle vittime, del bambino che la madre indirizza alla prostituzione, della studentessa rapita e uccisa, di chi finisce intrappolato nelle spire velenose di una setta o devastato da alcol e droga. Non è una musica catartica, né consolatoria, ma ti sbatte in faccia una realtà che vorresti non conoscere, ma con cui non puoi non fare i conti. Ascoltare Ignore Gief è esperienza totalizzante, come un film horror in cui i pochi attimi di tregua sono solo il preludio a nuovi e più devastanti scenari orrorifici.
https://www.youtube.com/watch?v=9A6q6bbZEEs
Gli Xiu Xiu fra industrial e sperimentazione
Anche nello stile il disco è diviso a metà fra una parte, quella cantata da Angela Seo, più dura e ossessiva dove prevalgono le sonorità cupe e metalliche industrial, e un’altra, quella cantata da Jamie Stewart, più legata alla moderna musica sperimentale. Fra la metallurgia macabra di The Real Chaos Cha Cha Cha, l’irrisolta sperimentazione di 666 Photos of Nothing, la frenesia angosciante di Esquerita, Little Richard, il lancinante dolore di Maybae Baeby, la solennità inquieta e teatrale di Tarsier, Tarsier, Tarsier, Tarsier giungiamo alla fine con gli otto minuti di For M; qui i borborigmi esitanti e sofferenti della voce stentano a squarciare i clangori metallici e i synth che sembrano provenire dalle profondità del corrotto animo umano. Dopo la parentesi di Oh No (un disco di duetti) gli Xiu Xiu ritornano pesantemente sul tema del martirio, del dolore fisico, delle atrocità, del male che impera nel mondo.
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