Alasdair Roberts - Grief In The Kitchen, Mirth In The Hall

Grief In The Kitchen And Mirth In The Hall: Alasdair Roberts torna all’essenzialità folk

Negli ultimi dischi, che coprono un periodo di circa quattro anni, Alasdair Roberts ha sperimentato, con risultati molto diversi, alcune modalità di collaborazione. Da queste sono emerse opere assai interessanti e spesso ardite. Con i francesi Tartine De Clous è uscito Au Cube (2018), mentre con i norvegesi Völvur, nel 2022, l’intenso The Old Fabled River. A questi si possono aggiungere i dischi con Amble Skuse e David McGuinness (What News, 2018) e il tributo alle canzoni di Bonnie Prince Billy a nome Three Queens In Mourning (Hello Sorrow, Hello Joy, 2020), due episodi più devianti rispetto all’usuale stile adottato da Roberts, un folk revival aggiornato, personale e maturo.

Repertorio e suoni di Grief In The Kitchen And Mirth In The Hall

Non stupisce, quindi, che adesso il Nostro si presenti con un nuovo album pensato quasi esclusivamente per chitarra, voce e brani tradizionali. D’altronde la mole discografica accumulata dal folksinger scozzese lo pone, ormai in sicurezza, alla pari con i grandi nomi del folk revival che lo sorpassano di almeno una generazione. Sto parlando di artisti che lo hanno preceduto e ispirato, colossi come Martin Carthy o Andy Irvine. Del primo, Roberts mantiene la perizia sulle sei corde, mentre al secondo lo accomuna un timbro vocale assai personale.

La dozzina di brani di Grief In The Kitchen And Mirth In The Hall (Drag City) arriva in massima parte dalla Scozia, salvo uno d’origine irlandese e un altro proveniente da Prince Edward, una remota isola canadese Diversamente dal disco d’esordio, The Crook Of My Arm (2009) anch’esso dedicato alla tradizione delle isole britanniche, qui Roberts abbandona la chitarra, in alcuni episodi, in favore del pianoforte. Questa variazione aggiunge interesse ai brani, caratterizzati da contenuti spesso tragici e cupi. Grazie ad artisti come Alasdair Roberts queste antiche ballate continuano il loro viaggio nel tempo, sempre uguali, sempre diverse e misteriosamente evocative anche ai giorni nostri.

Alasdair Roberts – Grief In The Kitchen And Mirth In The Hall
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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