Yann Tiersen - PortraitMute Records - 2019

Il poliedrico Yann Tiersen chiude bene l’anno con Portrait.

Yann Tiersen - Portrait
Mute Records – 2019

Quando la lista dei migliori dischi dell’anno è già pronta, c’è sempre un’uscita tardiva che sconvolge tutti i piani e costringe ad una correzione in corso d’opera. Questa volta il colpevole è Yann Tiersen, musicista bretone relativamente famoso anche tra il grande pubblico per la colonna sonora de ‘Il Favoloso Mondo Di Amèlie’, il fortunato film di Jean-Pierre Jeunet del 2001. Qui, Tiersen si  autocelebra con un doppio cd (o triplo Lp con 7”  in omaggio) che  ha battezzato Portrait.

Portrait è più di un’antologia

Il disco è  una summa del lavoro fino ad ora svolto  dall’attivissimo e poliedrico compositore, uno che si trova molto a suo agio con le  colonne sonore, ma non esclusivamente. Nonostante contenga in prevalenza brani conosciuti, Portrait non è del tutto un’antologia, poiché i brani sono stati  rieseguiti in studio, con l’aiuto di diversi ospiti. Per dare ulteriore valore ad un’operazione del genere Tiersen ha registrato il tutto in purezza analogica, con sorprendenti risultati. Come accade in questi casi, non possono mancare tre brani composti appositamente, che tuttavia si fondono con gli altri senza problemi. Ci sono anche, ovviamente, quattro brani tratti da Amélie.

Chi collabora con Yann Tiersen su Portrait

Molto interessante l’elenco dei collaboratori: nomi importanti come il gruppo newyorchese dei Blonde Redhead, quindi  Stephen O’Malley dei Sunn O))), John Grant (quest’ultimo solo per un recitato) e Gruff Rhys, che presta la voce per Monochrome, uno dei brani del bellissimo e remoto Le Phare, disco che fece scoprire Tiersen nel 1997.

 

Tra languide canzoni, spezzoni di colonne sonore e brani strumentali d’impronta minimalista,  la musica di Tiersen non stanca  mai e questo ‘autoritratto’ fa proprio quel che deve:  mostra tutte le facce del musicista, ne svela ogni aspetto  e lo fa utilizzando lo stato dell’arte della riproduzione fonografica. Se non siete riusciti  a metterlo sotto l’albero,  forse c’è ancora  uno spazietto nella calza della befana…

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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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