Registrato in uno studio casalingo, Heavy Heavy mostra i tre Young Fathers con più energia che mai.
Gli Young Fathers non hanno mai pubblicato un disco uguale al precedente e il nuovo Heavy Heavy (Ninja Tune) non fa eccezione, arrivando in questo inizio febbraio a mostrarci che c’è sempre posto per l’originalità e la bellezza nella musica. Mancavano dal 2018, gli scozzesi Alloysious Massaquoi, Kayus Bankole e Graham “G.” Hastings, ossia dal terzo LP, quel Cocoa Sugar che aveva dato loro una certa notorietà. Come si può immaginare, neppure per gli Young Fathers gli ultimi anni sono stati facili e Heavy Heavy ha rischiato di non vedere mai la luce a causa del confinamento e della mancata possibilità di suonare live. Sul punto di separarsi, hanno invece deciso di ritrovarsi come alle origini, abbandonando il comfort degli studi di registrazione per comporre e registrare Heavy Heavy in uno studio casalingo installato nel seminterrato della casa di uno di loro.
L’originalità in primo piano
Hear the beat of the drums and go numb, have fun, go on cantano in coro in Drum, e potrebbe essere il manifesto di questo disco eccellente, nel quale ancor più che in passato i tre Young Fathers danno vita a un mix di tutte le loro influenze in dieci tracce che si dipanano in poco più di mezz’ora. Misterioso come la bellissima copertina, che attira lo sguardo e lo respinge allo stesso tempo, Heavy Heavy è trip-hop, gospel, indietronica, percussioni afro mescolati insieme per il terzo millennio.
Può essere trascinante come I Saw, accompagnata da un video bello e inquietante, opera del talentuoso artista ventitreenne austro-nigeriano David Uzochukwu, della casa di produzione audiovisiva Iconoclast. Oppure può essere sognante e lirica come Tell Somebody. E che dire dell’impulso elettronico di Geronimo? delle invenzioni a tinte africane di Ululation? Della conclusione fra piano e percussioni di Be Your Lady? Ogni canzone di Heavy Heavy vede gli Young Fathers alle prese con un universo sonoro peculiare che mostra quanto siano all’avanguardia pur restando piacevoli all’ascolto: tre soli minuti, ma così ricchi di invenzioni da stupire. Peccato solo per un suono non eccelso che attenua la gioia dell’ascolto: un problema di mixing o di pressing, difficile dirlo.
Un disco positivo del quale si sente il bisogno
Being a son, brother, uncle, father figure / I gotta survive and provide / My momma said you’ll never ever please your woman /But you’ll have a good time trying, articola Geronimo, ma nel suo complesso il disco è ricco degli stessi toni positivi tanto nella musica quanto nei testi e scoppia letteralmente di energia. Certo ci vorranno più ascolti per esserne certi, ma Heavy Heavy potrebbe essere il disco più compiuto per una band che non ne ha sbagliato alcuno.
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