Inattesa collaborazione fra due giovani star svedesi: Yung Lean, Bladee – Psykos.
Psykos è il frutto della collaborazione fra due artisti svedesi, Yung Lean e Bladee. Se del primo abbiamo parlato spesso, di Bladee è il caso di ricordare che fa parte del collettivo Drain Gang nel quale milita Whitearmor, che per Yung Lean ha prodotto diverse canzoni. La produzione di Psykos tuttavia è affidata al duo Palmistry e Silentsky. Il disco esce per World Affairs ed è stato registrato fra Thailandia e Svezia.
Sia Yung Lean sia Bladee si sono mossi già in passato fra generi diversi: il cloud rap, l’emo, la trap, il rock, il pop, l‘elettronica e altri ancora, e Psykos ne rafforza la vena eclettica. Si tratta di poco più di venti minuti di musica per otto canzoni, nei quali però il duo riesce a seguire molti percorsi e stili.
Golden God
Si comincia con gli archi di Coda e lo spoken word dei due, che divagano su temi esistenziali. La successiva Ghosts cantata da Yung Lean e Bladee su un drive di chitarra comincia a dare un’idea delle atmosfere prevalenti sul disco. Golden God ruba però la scena, veloce indie pop-rock dalle riminiscenze new wave, accompagnato alla perfezione dal video ultrafrenetico di Hendrik Schneider.
I fari della Porsche, a mezzanotte, sono come un dio dorato / I fari della Porsche escono dal centro come una rana incandescente / Carico, coppa d’oro con il sangue di Gesù, ho visto di tutto / Dieci anni, sangue, sudore e amore, sono ancora in piedi
Un disco a tratti molto intenso
Still rallenta le atmosfere e punta invece sull’intensità, non dissimile da quella della celebre Agony di Yung Lean.
Nella seconda metà del breve Psykos, Yung Lean e Bladee tornano all’ispirazione new wave. Hanging From the Bridge (bel testo sulle dipendenze) ed Enemy (shoegaze con autotune?) sono ancora due momenti eccellenti.
Qualche minuto in più, qualche canzone in più avrebbero agevolato una valutazione migliore del progetto, ma tocca accontentarsi di quello che Yung Lean e Bladee offrono: Psykos è un disco originale di crossover fra generi differenti, ma coeso e dotato di un suono ben preciso. Di una semplicità disarmante, però melodicamente accattivante e a tratti molto intenso. Fra le cose migliori proposte dal Yung Lean post Stranger, ne rafforza lo statuto di giovane star di un universo musicale nel quale mainstream e alt si fondono senza problemi.
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